Torino, l’autotrasporto vuole la Tav
“Incentivare l’intermodalità”

Vogliamo la nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione. L’affermazione, forte e chiara, arriva da Bruno Graglia, presidente provinciale della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Torino, il quale ha ribadito l’importanza della realizzazione dell’opera alla manifestazione “Sì alla Tav” che si è svolta a Lingotto Fiere domenica scorsa. Un’opera di sicura utilità per l’area torinese, ma anche per tutto il Paese. “Le aziende aderenti alla Fai”, ha spiegato Graglia, “credono nello sviluppo dei questo territorio, che ha visto nascere e progredire un tessuto di Pmi del settore del trasporto e della logistica tra i più importanti a livello nazionale”. 
“Queste imprese”, ha detto Graglia, “intendono continuare a investire nell’area torinese, dove mantenere il centro delle proprie attività e dove poter cogliere le opportunità che la nuova geografia degli scambi commerciali offrirà, quando la crisi economica e finanziaria sarà superata. È quindi necessario che il corridoio 5 da Lisbona a Kiev venga realizzato secondo quanto indicato dall’Unione Europea, di cui la linea ferroviaria Torino-Lione è parte integrante e fondamentale per l’Italia”. Il presidente della Fai di Torino ha messo in luce un aspetto importantissimo: “Vogliamo evidenziare”, ha spiegato Graglia, “quanto sia errata la convinzione  diffusa nell’opinione pubblica che il trasporto su gomma è nemico della ferrovia. I nostri operatori, invece, reclamano infrastrutture che consentano l’integrazione delle varie modalità di trasporto per rendere il sistema distributivo delle merci efficiente, sicuro e sostenibile, a tutto vantaggio delle nostro sistema paese. Dall’area torinese, sfruttando i corridoi europei è possibile raggiungere il centro dell’Europa, la penisola iberica o l’Est europeo in circa 10 ore. In In questo modo il conducente di un veicolo che sale sul treno a Torino, dopo 10 ore di percorrenza, giunge riposato nel cuore dei mercati europei dove, utilizzando le nove ore di guida consentite dalle norme di sicurezza, può consegnare la propria merce, ritirare un nuovo carico e risalire sul treno per tornare indietro a Torino dove giunge riposato. E”, ha detto sempre Graglia, “non è fantasia. Attualmente ci sono molti nostri operatori che fanno lista d’attesa per salire con il proprio veicolo sul treno Novara-Friburgo”.
All’incontro di Torino, Bruno Graglia, ha illustrato proposte concrete. Come quella di incentivare il trasferimento modale, da attuare attraverso “il rilancio del terminal di S.I.T.O, con  la collocazione al suo interno della stazione intermodale merci passante della nuova linea ferroviaria Torino-Lione e con l’allungamento della percorrenza dell’autostrada ferroviaria alpina, spostando nell’area di Lione il terminal in territorio francese, oggi collocato a ridosso del traforo autostradale del Frejus”. Inoltre, Graglia ha parlato di logistica d’eccellenza. “Per cogliere le ricadute che deriveranno dalla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, occorrerà realizzare quelle opere immateriali che riguardano il tessuto economico‐produttivo del territorio, attraverso la creazione di un vero e proprio “distretto del trasporto e della logistica”.
Sotto si può vedere il video dell’intervento di Bruno Graglia

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