I numeri lasciano senza parole: i 482 episodi di pirateria stradale registrati nel 2009, le 91 vittime, i 592 feriti. Numeri impressionanti che raccontano di un’Italia costretta a convivere con un fenomeno in costante e preoccupante crescita. I dati sono stati raccolti dall’Osservatorio il Centauro-Asaps che traccia anche un identikit del pirata: uomo, di età compresa tra i 18 e i 44 anni (solo il 6 per cento le donne), spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. E le cose sembrano andare ancora peggio nel 2010, visto che fermandoci al 26 gennaio, l’Osservatorio ha già registrato 38 episodi con 11 morti e 42 feriti. Dalla ricerca Asaps, che comunque raccoglie solamente gli episodi più gravi, emergono anche elementi “positivi”: le tecniche investigative sono in continuo miglioramento e i pirati molto raramente riescono a farla franca. Su 482 inchieste, in 364 casi (il 75,5 per cento) è arrivata l’identificazione del responsabile, arrestato in 173 occasioni (47,5 per cento delle individuazioni) e denunciato a piede libero in altre 191 (52,5 per cento). Come spiega l’Asaps, su tutti questi eventi pesa, come un macigno, l’ombra dell’alcol e delle droghe: in ben 134 casi (36,8 per cento) ne è stata accertata la presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile”. Bisogna infatti considerare che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 364 su 482. Spesso quando le forze di polizia – commenta l’Asaps – identificano l’autore non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o giorni dall’evento. Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Il 25 per cento (91 conducenti su 364) dei pirati identificati è risultato essere forestiero. “Un elemento”, spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps, “che conferma altre nostre precedenti analisi sulla sinistrosità, riferite alla presenza di stranieri, anche in qualità di vittime, sul fenomeno. Per l’appunto, i cittadini stranieri vittime di pirati sono 66, il 13,7 per cento del totale di morti e feriti. Il 59,8 per cento degli atti di pirateria – 288 contro 194 – avviene di giorno. Gli episodi osservati, abbiamo visto, sono stati 482, ben 159 in più rispetto ai 323 del 2008: Sappiamo che i canali di segnalazione degli eventi si sono affinati, ma è fuori discussione che gli eventi abbiano subito una netta crescita, pari al 49,2 per cento. Le vittime mortali sono state 91, rispetto alle 93 del 2008 con un modesto calo del 2,15 per cento, mentre il numero dei feriti ha toccato la cima di quota 592, nel 2008 si era fermato a quota 331, l’incremento in questo caso è notevole +78,9”. Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 78 sono i minori coinvolti, 62 gli anziani, rispettivamente l’11,4 per cento e il 9,1 per cento. Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 31,5 dei quali rimasti uccisi (5,5 per cento) e 26 feriti (4,4 per cento). I pedoni sono la categoria più tartassata, con 218 eventi: 48 morti, pari al 52,7 per cento dei decessi complessivi, e 195 feriti (32,9 per cento). Infine i ciclisti: 40 gli episodi, con 8 lenzuola bianche (8,8 per cento) e 26 ricoveri (4,4 per cento). La geografia degli episodi vede al primo posto la Lombardia, con 69 casi (14,3 per cento), al secondo il Lazio con 64 eventi (13,3 per cento), e poi Emilia-Romagna con 57 (11,8 per cento), seguono Sicilia e Veneto con 38 (7,9 per cento). Due soli episodi in Basilicata e Friuli Venezia Giulia (0,4 per cento). Per ulteriori informazioni: www.asaps.it