La pandemia ha cambiato tutto e tutti modificando le regole del lavoro di milioni di persone. In particolar modo degli operatori del settore trasporti e logistica che hanno avuto un ruolo decisivo nei mesi più drammatici e difficili dell’emergenza Coronavirus. È da queste considerazioni (e dalla domanda su “cosa ha lasciato al nostro mondo l’esperienza vissuta nel 2020″) che è “partita” la puntata di Trasportare Oggi On Air intitolata “L’illegalità del trasporto” (cliccate qui per riascoltarla). Un titolo solo apparentemente “scollegato” con le premesse: perché se è vero che l’esperienza Covid-19 ha lasciato in eredità al Paese, come ha affermato il presidente della Fai (federazione autotrasportatori di Milano) Claudio Fraconti, intervistato dai conduttori Ferruccio Venturoli e Luca Barassi, “una diversa consapevolezza dell’importanza di un settore come quello della della logistica che ha tenuto in piedi l’economia del Paese”, oltre a una nuova “sensibilizzazione di autisti magazzinieri su norme di comportamento che prima erano un po’ trascurate”, con la conseguenza positiva di una maggiore “qualità del servizio”, è anche vero che sul tavolo di un “trasporto pur cambiato in meglio sono rimasti numerosi i problemi di sempre”. Problemi rappresentati da una “diffusa illegalità” che, ha confermato Claudio Fraconti ai microfoni della “radio degli autotrasportatori”, hanno il volto di “un allarmante aumento del traffico di gasolio di contrabbando, della manomissione dei tachigrafi che ha raggiunto livelli elevatissimi esagerati dal punto di vista tecnologico; della diffusissima manomissione del sistemi per abbattimento del sistema dei fumi di scarico vergognoso, ma anche di dipendenti pagati male o in alcuni casi non pagati affatto; del cabotaggio fuorilegge e della concorrenza sleale”. Una “ diffusa illegalità che non fa bene e nessuno in un momento in cui dovremmo essere messi in condizione di operare alla pari”, ha concluso Claudio Fraconti riaccendendo i riflettori su un “carico di problemi” con i quali ha, purtroppo , ancora a che fare una categoria uscita sicuramente “rafforzata” professionalmente dall’esperienza Covid-19 e probabilmente “percepita”, finalmente, in tutta la sua importanza per una normale vita di milioni di cittadini e lavoratori, ma di certo con ancora molta strada da compiere in materia di rispetto delle norme. Per garantire alle imprese più sane di poter operare sul mercato senza i moltissimi ostacoli ancora rappresentati da chi le regole non le rispetta. Oltre che da uno Stato incapace di farle rispettare.