I camionisti dovrebbero saperlo bene: in cabina con loro possono viaggiare solo altri autisti o comunque persone che svolgono un lavoro connesso all’autotrasporto. Ma a volte se ne “dimenticano” ospitando, per esempio, in cabina la moglie o la fidanzata. Una “dimenticanza” che può costare cara (da 80 a 318 euro di multa ma soprattutto la sospensione della carta di circolazione da uno a sei mesi) come sa bene un giovane autista trentino, che viaggiava con la fidanzata, fermato in provincia di Brescia nell’ambito di una serie di controlli degli agenti della Polizia Locale che hanno fermato numerosi veicoli pesanti, in molti casi provenienti da altri Paesi come Austria, Slovenia, Francia e Germania, con l’obiettivo particolare di controllare i loro cronotachigrafi per verificare se avessero rispettato le norme sul riposo giornaliero, sull’obbligo di pause e sui limiti di velocità. Norme che in molti casi non sono state affatto rispettato costringendo gli agenti a compilare una vera e propria montagna di multe: oltre un centinaio.Compresa quella all’autista che viaggiava in compagnia della fidanzata, cosa vietata come confermato da un’ ordinanza emessa l’8 maggio 2013 dalla Corte di Cassazione nella quale i giudici hanno chiarito, una volta per tutte, che “un rapporto di parentela o di appartenenza alla stessa impresa familiare non giustifica il trasporto su un veicolo adibito al trasporto delle merci”. Cosa peraltro stabilita esplicitamente dal Codice della Strada con l’articolo 82: nella cabina del camion possono viaggiare solamente gli autisti o persone che svolgono un lavoro connesso all’autotrasporto.