Meno “camalli” e più ingegneri: Federlogistica spiega come cambierà il lavoro nei porti

Un viaggio attraverso le nuove frontiere del lavoro portuale, dove l’automazione sta modificando (e cambierà sempre più in futuro) le attività negli scali, con una diminuzione della forza lavoro manuale e un incremento della tecnologica, con il lavoro in banchina che sarà sempre meno fisico e vedrà protagonista qualche ingegnere in più e qualche “camallo” in meno. Un viaggio che salperà dal lago di Como, a Cernobbio, teatro lunedì 21 e martedì 22 ottobre dell’edizione 2019 del Forum di Confcommercio e Conftrasporto, sui trasporti e la logistica, (cliccate qui per ulteriori informazioni e il programma) che vedrà al timone, pronto a indicare alla platea cosa si sta muovendo all’orizzonte, Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, che ospite dell’emittente televisiva Telenord nella trasmissione “Transport” (cliccate qui per vedere il video) ( programma diffuso sul territorio nazionale specializzato sul mondo dei trasporti integrati, dello shipping e della logistica in Italia realizzato in collaborazione con un pool di emittenti regionali leader in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto) ha anticipato alcuni temi “caldi” sul ruolo futuro dei porti italiani. Toccando anche alcuni tasti dolenti in materia di infrastrutture destinate a far proseguire il viaggio delle merci arrivate via mare su asfalto, lungo strade e autostrade: primo fra tutti la realizzazione della Gronda di Genova (dove Luigi Merlo è stato presidente dell’Autorità portuale) che il presidente di Federlogistica ha definito indispensabile (ma anche possibile La Gronda di Genova pomo della discordia fra Movimento 5 Stelle e Pd….): “La gronda è pronta per partire ormai da un anno e mezzo perché ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie, è un progetto che ha superato anche un debat public”, ha affermato Luigi Merlo, “e deve essere realizzata. Grazie a una “

visione più ampia e concreta e meno ideologica” e senza “altre soluzioni palliativi inutili che darebbero segnali all’estero devastanti”.