Tragedia di Bologna atto secondo. “A quante repliche dovremo assistere prima di agire?”

“Non si può più far finta di nulla, da tempo chiediamo modifiche al Codice della strada che affrontino e risolvano situazioni ad alto rischio su strade e autostrade  in nome della tanto annunciata, ma poco applicata sicurezza. Il tragico tamponamento avvenuto ancora una volta a Bologna,  a Borgo Panigale, a poche decine di metri da quello che sconvolse la città  quasi esattamente  un anno fa (cliccate qui per rileggere l’articolo) e che  ha causato  la morte di un camionista   e il ferimento di un secondo lo esige. Da troppo tempo si discute alla Camera delle modifiche al codice  ma sembra che le norme che autorizzano la circolazione nelle aree urbane dei monopattini interessino maggiormente che intervenire sulle normative che producono maggiori e più puntuali controlli e quindi maggior sicurezza”.Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, da sempre una delle voci più forti nel richiedere “manovre vere” da parte del Governo per prevenire possibili stragi sulle strade, non ha dubbi: “la tragedia di Bologna atto secondo, come si potrebbe definire il nuovo scontro mortale tra mezzi pesanti andato in scena, per uno strano segno del destino, quasi nello stesso identico punto e a una settimana di distanza dal precedente,  non può più lasciare le cose come stanno, come del resto non avrebbe dovuto consentirlo dopo il 6 agosto 2018, dopo quel tamponamento fra un tir e un’autocisterna carica di gas, l’esplosione, le due vittime, i 145 feriti. “ Il bilancio questa volta fortunatamente non è stato così drammatico, ma quel che conta è che si sarebbe potuto evitare. Facendo prevenzione, risolvendo i problemi già denunciati in passato.” Gli stessi gridati un anno fa dopo la “tragedia di Bologna atto primo”, gli stessi elencati oggi da Paolo Uggè: “I Centri di revisione mobili sono sostanzialmente scomparsi; le motorizzazioni non sono in grado di effettuare le revisioni per mancanza di personale tecnico; le normative che prevedono il principio della responsabilità condivisa sono di fatto ignorate. Il ministero da tempo traccheggia sulla pubblicazione dei costi minimi della sicurezza ed i controlli su tutti i componenti della filiera, previsti in caso di incidenti con feriti gravi o persone decedute, non vengono quasi mai disposti dalle autorità competenti. Ma soprattutto, sottolinea Paolo Uggè, “I troppi mezzi vecchi e pericolosi in circolazione:  tutti gli automezzi immatricolati dopo il 2015 hanno installato la frenata assistita èd  dunque probabile che gli automezzi coinvolti nell’incidente fossero antecedenti.  Ma nonostante questo gli appelli lanciati ripetutamente per favorire un rinnovo del parco circolante sono caduti nel vuoto, e risorse attribuite al settore continuano a non essere selettive e la restare slegate alla classe Euro che significa tecnologia a bordo e, dunque sicurezza. Quello che bisogna fare”, conclude Paolo Uggè, “è governare i fenomeni: Conftrasporto riconosce che le forze dell’ordine adibite ai controlli operano al massimo per prevenire e garantire la maggior sicurezza possibile sulle strade ma occorre che siano messi in condizioni di poter operare e per questo necessita che l’organico sia rafforzato. Questo significa fare prevenzione vera.. Invece si preferisce dire no a tutto e impedire che si realizzino quegli interventi infrastrutturali che sono elemento di sicurezza” La nuova tragedia di Bologna che ha visto due camion tamponarsi con  l’autista del  tir che ha tamponato  morto carbonizzato  nell’abitacolo andato in fiamme, e quello del tir tamponato ricoverato in ospedale con alcune  sospette fratture, sarà sufficiente perché qualcosa si muova’ O occorrerà attendere  un terzo e magari un quarto o un quinto atto?”. L’ultima riflessione “con il pensiero al conducente deceduto e alla sua famiglia” riguarda la “natura” dell’jncicente, che “non è solo stradale ma un vero e proprio incidente sul lavoro”.