Procedura d’infrazione evitata, ma è solo una tappa di un viaggio ancora lungo e difficile

Evitato il rischio d’essere messi sotto procedura d’infrazione dalla Commissione europea per l’Italia tutto sembra essere tornato “alla normalità”. In realtà la strada da percorrere è ancora lunga, con tanti tratti in salita e più d’un passaggio pericoloso, di quelli, tanto per intenderci, che s’incontrano sulle strade di montagna dove basta poco per precipitare nel vuoto. Dopo le mosse sullo scacchiere che hanno visto Germania e Francia assumere la guida della Commissione europea e della Banca centrale europea, con Ursula von Der Leyen, e con Christine Lagarde, e dopo che l’Italia ha mantenuto la presidenza del Parlamento, con il passaggio del testimone da Antonio Tajani, del Ppe, a David Sassoli, del Pse (al quale vanno i migliori auguri di buon lavoro), ora si gioca la partita importante dell’assegnazione dei commissari. Una sfida dalla quale l’Italia non potrà essere esclusa, visto che è un Paese costituente, ma occorrerà vedere quale sarà la casella che le verrà assegnata. Su quale possa essere la soluzione ideale Conftrasporto non ha dubbi: da settimane ha invitato il Governo a puntare sul commissario ai trasporti che per il nostro sistema economico rappresenterebbe un nuovo importantissimo “traino”. Non sappiamo come finirà questa vicenda ma stiamo cercando di far arrivare più input possibili per far comprendere le ragioni di questa scelta (segnali che, va sottolineato con soddisfazione, sono già stati raccolti nei giorni scorsi da esponenti politici come l’onorevole Deborah Bergamini, responsabile per i trasporti di Forza Italia, e l’onorevole Carlo Fidanza, capo gruppo di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, che hanno ripreso, condividendo l’appello di Conftrasporto, la raccomandazione di richiedere il commissario ai trasporti): e questo anche perché giungono voci secondo le quali la presidenza della Commissione trasporti potrebbe essere assegnata a un rappresentante del gruppo dei Verdi. Che per gli operatori del settore equivarrebbe a una vera sciagura. Passata la buriana legata alla “spada di Damocle” del rischio d’infrazione, a livello economico, occorre però evidenziare anche un altro aspetto: ovvero come questa “benevolenza” da parte dell’Europa sia il frutto di tagli non irrilevanti apportati alla nostra Legge di stabilità, bloccando una serie di fondi non ancora spesi e che non potranno essere spendibili nei prossimi mesi. La “sconfitta della povertà” che era stata magnificata dal balcone di palazzo Chigi, dopo l’approvazione della prima stesura della legge bocciata dalla Commissione europea, è stata ridimensionata. Così la nostra manovra ha dovuto rinunciare, vincolando le risorse destinate a quota cento e al reddito minimo, a ridurre la spesa pubblica. Insomma rispetto ai primi tagli già realizzati, abbiamo dovuto ancora aggiungere qualche miliardo di euro (7 o 8 circa) al fine di ottenere il via libera. Tuttavia non occorre dimenticare che la prossima Legge finanziaria dovrà partire dalla copertura per evitare l’incremento dell’Iva e trovare le risorse per la promessa flat tax e la misura sul salario sociale. Non è tutto oro, almeno così sembra, quello che, come ci viene invece detto, luccica. Nei prossimi mesi Conftrasporto avvierà le prese di contatto con le nuove istituzioni europee e incontrerà i gruppi parlamentari partendo dagli eletti segnalati nella campagna elettorale. Una prima occasione consentirà di affrontare i temi che impattano, a partire dalla sostenibilità ambientale sul mondo dei trasporti: ne faremo oggetto di un apposito pannel al Forum di Cernobbio insieme al confronto con la committenza, esperti dell’economia e i nostri imprenditori. Se non facciamo chiarezza sul tema “ambiente” il rischio è che questo diventi il grimaldello che verrà utilizzato per sostenere misure penalizzanti per l’intero mondo dei trasporti. Già in questi mesi stiamo subendo le vessazioni del governo austriaco. Il rischio è di ritrovare i problemi attuali moltiplicati per mille. E questo si aggiungerebbe alle inefficienze delle infrastrutture, alla scarsa funzionalità del sistema portuale e delle Motorizzazioni civili. Gli annunci fatti ancora in questi giorni dal ministro Danilo Toninelli sulla Tav in modo evidente non lasciano grandi speranze. Abbiamo di fronte un quadro complesso da gestire ma non ci spaventiamo e continueremo a portare avanti le nostre ragioni con ogni iniziativa ritenuta utile. Siamo una realtà indispensabile per il futuro del Paese ma anche dell’intera Europa. Lo evidenzieremo sempre più anche ricorrendo a nuove modalità di alleanze. Non è consentito soffermarsi su divisioni o primogeniture. Dobbiamo, se vogliamo continuare a fare impresa, rafforzare la coesione tra tutti gli attori parte del nostro mondo. Noi ci saremo perché siamo sostenitori di ciò che diceva il sociologo britannico Gregory Bateson: “saggezza è saper stare insieme con la differenza, senza voler eliminare la differenza”.

Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio