La procura generale di Firenze ha chiesto 15 anni e 6 mesi di condanna per Mauro Moretti, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, e di di Fs per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009 che causò 32 morti: 14 anni e 6 mesi sono stati chiesti invece per Michele Mario Elia, ex ad Rfi e 7 anni e 6 mesi per Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. Nel processo di primo grado celebrato a Lucca e conclusosi il 31 gennaio del 2017, con 23 condanne e 10 assoluzioni, Mauro Moretti era stato condannato a 7 anni di carcere in quanto ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana, ma assolto come ex ad di Ferrovie dello Stato, mentre a Michele Mario Elia, erano stati inflitti 7 anni e 6 mesi, come a Vincenzo Soprano. Mauro Moretti ha dichiarato di rinunciare alla prescrizione “per rispetto delle vittime, dei familiari delle vittime e del loro dolore”, ma anche perché convinto “d’ essere innocente”. Una scelta che non ha certo placato gli animi dei familiari delle vittime: “Ciò che ci offende e indigna fortemente è l’affermazione che Mauro Moretti ha fatto, in base alla quale la sua scelta sarebbe derivata dal rispetto delle vittime.Questo è totalmente falso”, ha affermato Marco Piagentini, presidente dell’associazione Il Mondo che Vorrei Onlus.”In 10 anni mai il cavalier Moretti ha avuto atteggiamenti di serio e doveroso rispetto. Dichiarandosi “innocente non tiene conto delle enormi responsabilità emerse attraverso le migliaia di prove portate dalla Procura, atteggiamento chiaro e forte di deresponsabilizzazione del suo ruolo apicale, che per chi sa leggere attentamente le parole dette ne rivelano la continuità di arroganza e di affermazione di potere anche davanti alla morte di 32 persone bruciate vive.Atteggiamento ancor più grave considerando che si tratta di un azienda di Stato che a oggi non risulta aver dato seguito alle pesanti sollecitazioni in materia di sicurezza ferroviaria emerse dalla sentenza di primo grado del processo sulla strage di Viareggio”. Sicurezza messa duramente sotto accusa anche dal pubblico ministero che nella sua requisitoria ha ripercorso tutte le criticità di controllo e sicurezza dell’infrastruttura, addebitandole proprio a mancanze gestionali di Fs e Rfi. Il magistrato, dopo aver messo in evidenza la pericolosità del transito di merci speciali in mezzo alle case, ha in particolare ricordato il picchetto fisso a fianco dei binari che aveva provocato uno squarcio nel vagone rovesciato da cui era uscito il gas causando lo scoppio e l’incendio.