Sulla mobilità urbana l’Italia può diventare una guida per l’Europa

Non è certo intenzione ne abitudine di Conftrasporto autocelebrarsi,  ma leggendo l’annuncio da parte dell’Unione Europea di un piano d’azione sulla mobilità urbana (sostenendo che non sia più rinviabile lo “sviluppo di piani di mobilità urbana sostenibili per il trasporto merci e passeggeri nelle aree urbane”) o i dati dell’indagine fatta dai responsabili dell’associazione dei consumatori (secondo cui sarebbero 11 le giornate perse nel traffico urbano) è impossibile non sottolineare come sul tema del traffico nelle città e sulla necessità di dar vita a un progetto che definisca regole per gli accessi nei centri urbani, per persone e merci, sia stata proprio Conftrasporto, per mesi, a sottolinearne l’importanza e a richiedere attenzione. Tutto questo in un silenzio praticamente generale ora rotto dall’Ue, dai consumatori, ma anche dall’amministrazione comunale di Milano che  sembra finalmente abbandonare le trovate demagogico ambientaliste per  rivede i criteri fino a oggi applicati. Finalmente segnali di interesse. Ci fa piacere pensare che questo improvviso risveglio dal lungo e colpevole  letargo sia un po’ anche merito delle sirene d’allarme fatte suonare da Conftrasporto. La recente costituzione, all’interno della Federazione, di una rappresentanza Fai Bus, specificamente dedicata al trasporto passeggeri, ha tra gli obiettivi anche quello di affrontare il tema dell’accesso razionale ai centri urbani di merci e persone. Una risposta associativa, dunque, che consentirà al mondo imprenditoriale di poter dare, attraverso una nuova rappresentanza che raggruppa persone e merci, il proprio contributo. Gli “interventi prioritari per la logistica urbana” sono un capitolo di quel “Patto della logistica”che fu sottoscritto nel maggio 2005. L’intesa tra il ministero delle Infrastrutture e l’Amministrazione comunale di Milano con la messa a disposizione anche di risorse ne era il primo passo concreto. I cambiamenti dovuti alle elezioni fecero sì che il progetto, sul quale commercianti e operatori del trasporto avevano delineato un’intesa, venisse accantonato. È pur vero che ognuno porta le croci che si merita,  ma nel caso di specie la mancanza di perseguire un progetto condiviso ha portato solo guai. Il tema della mobilità cittadina, lo abbiamo sostenuto svariate volte, non può essere affrontato con la furia iconoclasta di far la guerra a categorie che operano per la comunità. Decidere di “dichiarare  guerra” alla doppia fila, ai furgoncini o ai traslocatori” se fine a sé stessa non ha senso. Mettere a sistema tutto ciò che si muove nella città (la raccolta dei rifiuti, il rifornimento dei negozi con il tema del conto proprio, l’individuazione di transit point, l’accreditamento premiale): sono questi gli elementi sui quali dar vita a un progetto che sviluppi nuove forme di accessibilità. Il tutto dando la possibilità agli operatori di trasporto, agli operatori turistici virtuosi dal punto di vista ambientale e della sicurezza di acquisire il diritto di accedere ai centri urbani in regime agevolato. Esperienze esistono in diverse città ed è anche per evitare che imposizioni calino ancora una volta dalla Comunità europea, che Fai Bus propone di dar vita a una iniziativa per elaborare, partendo dai principi già condivisi presenti nel “Patto della logistica”, quel piano d’azione sulla mobilità urbana che comunque verrà calato dalle autorità europee entro il 2012. Il Governo Berlusconi riuscì a sorprendere l’Europa nel 2005 con il progetto delle Autostrade del mare. Fu  l’Italia che lo propose e ricevette il benestare dalla competente Commissione (ero incaricato dall’allora ministro Lunardi, a seguire quel provvedimento). Oggi sul piano della mobilità urbana il governo Berlusconi è ancora una volta in grado di assumere il ruolo di guida su uno dei temi che diverrà dominante nel prossimo decennio, utilizzando la collaborazione che sia Conftrasporto sia  Confcommercio-Imprese per l’Italia sono pronte a  fornire insieme a tutte le realtà associative desiderose di essere protagoniste nella gestione di una svolta epocale. La speranza è che l’Esecutivo decida, su un tema così strategico, di assumerne il coordinamento affrontando i temi connessi alla mobilità, sicurezza e trasporti, secondo una logica di sistema e di  competenza.

Paolo Uggé