Continuano le polemiche
per i prezzi dei carburanti

Le polemiche legate al prezzo dei carburanti non si placano. Anzi. Le associazioni dei consumatori si lamentano per i continui aumenti, il Garante pone l’attenzione sulla differenza rispetto al resto d’Europa e l’Unione Petrolifera risponde. Iniziamo con i consumatori: “Con i ritocchi di venerdì, come sempre non giustificati dai prezzi del petrolio e dal cambio euro-dollaro, le compagnie petrolifere, Agip in testa, oltre ad aumentare il divario dei prezzi delle benzine praticate nell’area euro con un aumento che va dai 5,5 ai 5,7 centesimi al litro, si fanno beffe degli appelli alla moral suasion fatti dal ministro dello sviluppo Economico Claudio Scajola, per non parlare di Mister Price, che assume sempre di più un ruolo di foglia di fico sui rincari”, è il duro commento dell’Adusbef.  “Agip, di cui il ministero dell’Economia continua a essere azionista rilevante della capogruppo Eni, ha effettuato aumenti di 1,5 centesimi sulla benzina, portando il prezzo consigliato a 1,281 euro al litro, non dimenticando di stangare anche il gasolio con un più 0,5 centesimi, che si attesta a 1,119 euro al litro. Anche le altre compagnie”, prosegue l’Adusbef, “seguono il pesce pilota, come Erg, che ha ritoccato all’insù di 0,5 centesimi solo la benzina, attestata ora a 1,269 euro/litro, mentre la Shell ha rincarato il diesel di 0,5 centesimi, portandolo a 1,124 euro al litro, ossia il prezzo più elevato”.
Ma la polemica sui prezzi non coinvolge solo le associazioni dei consumatori.
“Non è vero che i nostri aumenti prezzi del carburante sono i più cari d’Europa, almeno per quanto riguarda gli ultimi mesi”. L’Unione Petrolifera risponde così a Mister Prezzi, al secolo il garante Roberto Sambuco che nel corso dell’audizione alla Commissione Industria del Senato, aveva parlato dell’andamento dello stacco dei prezzi dei carburanti italiani con il resto d’Europa. “Il trend in crescita”, dicono i petrolieri, “non sembra tener conto dell’inversione di tendenza evidenziatasi negli ultimi mesi. Infatti nel mese di settembre lo stacco della benzina, con 3,2 centesimi euro/litro, ha fatto registrare il valore più basso degli ultimi sette mesi e della media dell’intero 2008 (pari a 3,4 centesimi euro/litro). Analogo discorso vale per il gasolio che sempre a settembre ha fatto registrare un valore pari a 3,1 centesimi euro/litro, anche in questo caso inferiore alla media dell’intero 2008 (pari a 3,4 centesimi euro/litro). Tutto ciò”, concludono i petrolieri, “dimostra come non esista nessuna doppia velocità nell’adeguamento del prezzo Italia dei carburanti all’andamento delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati né penalizzazioni per il consumatore”.