Niente terza pista, ma Malpensa non rinuncia a crescere. L’obiettivo è quello di arrivare nel 2030 a una quota di passeggeri tra i 28 e i 32 milioni. Ora sono circa 18 milioni. Sparita dal masterplan la terza pista, il presidente di Sea Pietro Modiano ha spiegato che senza consumare suolo (e denaro e nuovi investimenti) si pensa di raggiungere l’obiettivo attraverso un nuovo sistema di raccordo e svincoli che, riducendo i tempi di rullaggio – e con i nuovi modelli di traffico – consentano un aumento dei movimenti.
“Il nuovo masterplan ha ovviamente preso atto del dehubbing di Malpensa rispetto alle previsioni contenute nel precedente masterplan che prevedeva per il 2015 oltre 25 milioni di passeggeri”, ha spiegato Modiano. “È escluso che lo scenario possa tornare a essere quello e quindi abbiamo dovuto rivedere tutto. Malpensa non sarà un hub ma si avvia invece a essere un grande aeroporto intercontinentale punto a punto. Per crescere vogliamo aumentare le capacità senza consumare suolo. Mantenendo le attuali due piste e con investimenti marginali si possono raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, sia per il movimento dei passeggeri, sia per quello delle merci restando in uno standard di eccellenza”. “Malpensa si è rafforzato, un anno fa non ne eravamo tanto sicuri, ma ora siamo ottimisti sul nostro futuro”, ha aggiunto Modiano. “Non c’è bisogno di aggiungere molta quantità, ci basterà incrementare la qualità”. Previsto un risparmio di suolo (e di conseguenza una facilitazione nel dover affrontare i problemi di impatto ambientale) anche nel settore cargo. Il precedente masterplan prevedeva per le merci quest’anno 490mila tonnellate e uno sviluppo dell’area cargo di ben 333 ettari. L’attuale progetto prevede per il 2030 una crescita fino a un milione di tonnellate, utilizzando però una nuova area di soli 60 ettari i cui sviluppi sono già cominciati. L’aeroporto di Malpensa resterebbe quindi con le attuali due piste parallele (35 L e 35 R) rivolte verso nord che non verrebbero neanche modificate nella distanza tra l’una e l’altra. Attraverso limitate modifiche di quelli esistenti e nuovi raccordi di interconnessione si pensa di accorciare di molto i tempi di rullaggio in modo da poter ottenere un incremento stimato nei movimenti fino a 3,2 milioni l’anno. Il minor tempo intercorrente tra l’atterraggio e l’approdo al finger renderebbe infatti possibile gli avvicinamenti paralleli, una minor distanza tra un aeromobile e l’altro, e quindi un aumento generale della capacità di traffico.