Trentamila container persi per strada dal porto di Napoli. Sono quelli che, a fine anno, mancheranno nel “bilancio” dello scalo campano per colpa dei prolungato sciopero al terminal di Napoli della Conateco, il Consorzio napoletano terminal container fondato nel 1995 e controllato da due delle più grandi compagnie di navigazione, la cinese Cosco e la ginevrina Msc. A tirare le somme è il presidente della Fai Conftrasporto della Campania, Fabrizio Bouchè, che in una lettera inviata al presidente della Regione Vincenzo De Luca (e per conoscenza, fra gli altri, all’assessore regionale al lavoro Antonio Oddati, al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e al suo assessore Enrico Panini e al ministro ministro dei Trasporti Graziano Del Rio, oltre che ai vertici della Conateco Spa, nella persona di Pasquale Legora De Feo) annuncia la decisione della Federazione di proclamare lo stato di agitazione e di intraprendere tutte le iniziative di protesta a difesa della salvaguardia dei posti di lavoro dei propri associati. Una decisione annunciata dopo che le istituzioni hanno abbandonato a se stesso il caso porto di Napoli, trattando il problema come fosse secondario quando si parla “del maggior Polo produttivo del territorio”, con un augurio: che questa scelta non sia dipesa da una logica campanilistica a favore della città di Salerno. Ovvero la città di De Luca. Ecco il testo integrale della lettera. Gentile presidente De Luca, il protrarsi della vertenza tra la Conateco e le proprie maestranze sta assumendo delle proporzioni drammatiche per tutto l’indotto logistico della portualità napoletana. I traffici dirottati verso altri porti, in particolare verso quello di Salerno, difficilmente vedranno il ritorno su quello di Napoli, e quando tireremo le somme al 31.12.2015 ci accorgeremo che saranno almeno 30 mila i contenitori persi a danno del nostro maggior Polo produttivo: il porto. Sarà compito degli specialisti fare i conti per le perdite dei posti di lavoro, che si accumuleranno nei mesi prossimi, la cui causa è l’assenza di qualsiasi intervento delle istituzioni in questa complicata vertenza. Abbiamo molto apprezzato gli sforzi profusi dall’assessore Panini e dal sindaco De Magistris per l’apertura di un tavolo di crisi presieduto dal presidente della Regione Campania e per competenza dal ministro Del Rio, ma evidentemente questi ultimi sono impegnati per altre faccende, ritenendo il problema porto di Napoli secondario, considerato che oggi ad è stato fatto un solo comunicato della Regione completamente fuori tema. Eppure, in campagna elettorale avevamo visto nel candidato De Luca una personalità forte e decisa nel cominciare a risolvere i problemi, addirittura nel giro di cinque settimane dall’avvenuta elezione. Insieme al candidato, oggi presidente, abbiamo visitato il porto, effettuando un’analisi dettagliata dei punti di forza e debolezza, e oggi che bisogna affrontare una situazione di enorme difficoltà sarebbe opportuno continuare il dialogo con il nostro presidente. Il porto di Napoli non si risolleverà più, ma il neo governatore avrà comunque il merito di aver accresciuto il prodotto interno lordo della sua Salerno, almeno per questi mesi. Siamo certi che questo silenzio sarà da attribuire solo agli impegni istituzionali, e fiduciosi attendiamo un intervento diretto e concreto, non vogliamo credere alle analisi di chi attribuisce al presidente De Luca una logica campanilistica a favore della città di Salerno. Alla luce di quanto sopra, la Fai, Federazione autotrasportatori italiani, sezione containers di Napoli è costretta, visto l’abbandono da parte delle istituzioni, a proclamare lo stato di agitazione e a intraprendere tutte le iniziative di protesta a difesa della salvaguardia dei posti di lavoro dei propri associati.