Trasportatori contro la Sea: “Dice di voler far volare le merci, ma le fa precipitare”

SIRTORI_ANGELO“Malpensa vola alto, soprattutto grazie al traffico merci che, nel 2015, potrebbe tornare a livelli che non si vedevano dal 2007 e superarli”. Così iniziava un articolo pubblicato solamente pochi giorni fa per raccontare degli importanti traguardi raggiunti dallo scalo lombardo che nel 2014 ha visto transitare 460mila tonnellate di merci contro le 471mila del 2007 e che nel primo semestre del 2015 ha fatto registrare un ulteriore aumento del 9 per cento sull’anno precedente. Uno straordinario flusso di merci che improvvisamente si è però fermato. A bloccarle, una protesta degli autotrasportatori che si sono improvvisamente ritrovati a fare i conti con una nuova tassa: quella per attraversare le aree di proprietà della Sea, la società che gestisce lo scalo, per raggiungere i magazzini degli handler ed effettuare il carico e scarico. Un nuovo balzello, che può raggiungere anche quota 18 euro al giorno, al quale i trasportatori hanno detto no, interrompendo il servizio e raffreddando, probabilmente, gli entusiasmi del presidente di Sea, Pietro Modiano che sulla base dei dati relativi al mese di luglio stava pregustando già ulteriori impennate nei grafici. “La decisione di imporre  una nuova tassa è inammissibile e non solo perché è stata decisa unilateralmente da Sea, arbitrariamente e danneggiando in un colpo solo sia il settore dell’autotraspoprto sia quello degli handler”, ha commentato duramente Angelo Sirtori, presidente di Fai Conftrasporto Milano. “Sea affitta agli handler i depositi per la merce, i “gestori” delle merci affidano ai trasportatori l’incarico di effettuare l’ultima fase del trasporto: che senso ha che debbano pagare coloro che hanno avuto in subappalto l’incarico? È come se un’agenzia immobiliare affittasse una casa a un inquilino e poi, improvvisamente, la proprietà gli chiedesse di pagare ogni giorno l’uso” del cancello o del viale d’accesso all’abitazione.  I signori di Sea mi ricordano un po’ Penelope: da una parte tessono la tela per far crescere lo scalo, dall’altra la disfano con queste operazioni di basso cabotaggio, finalizzate e esclusivamente a fare cassa. Ma non è certo con questi comportamenti da “affittacamere” a ore che si gestiscono appalti di questa portata, e non è certo adottando scelte prese unitaleralmente, senza nemmeno sentire il parere della controparte, che si possono instaurare percorsi basati sulla fiducia reciproca e che possano portare a far crescere ulteriormente i volumi fatti registrare dell’aeroporto di Malpensa nel settore merci, obiettivo che sta a cuore tanto a Sea quanto agli autotrasportatori”.