Comprare un’auto nuova non conviene: “Ecco perché servono gli incentivi”

La scelta di acquistare un’auto nuova è sempre dettata più dalla passione che da regole di convenienza, ma in periodi di crisi come quello attuale le logiche emotive tendono ad arretrare rispetto a quelle finanziarie. Lo sostiene lo studio “Rottamazione e rinnovo del parco: una strada per lo sviluppo, la sicurezza e l’ambiente” della Fondazione Aci Filippo Caracciolo. Soprattutto se si sostituisce un’auto usata di scarso valore con una di nuova immatricolazione, lo sforzo economico potrebbe non produrre vantaggi nella gestione quotidiana a fronte dei maggiori costi di ammortamento.

Come spiega lo studio, la spesa media per 3.000 chilometri di percorrenza annua varia da 827 euro di una Fiat Punto 1.2 del 1999 a 1.489 euro di una Fiat Punto TwinAir del 2012. E aumentando i chilometri la sostanza non cambia. Anche per percorrenze di 15.000 chilometri l’anno, spiega lo studio, non ci sarebbe convenienza puramente economica all’acquisto di un’auto nuova, se non a fronte di incentivi di molte centinaia di euro, almeno rispetto alla sostituzione di auto vecchie e quindi totalmente ammortizzate. Le famiglie si convincerebbero alla sostituzione dell’auto solo in presenza di incentivi o facilitazioni all’acquisto, che però in questo momento sono di difficile attuazione da parte dello Stato senza un adeguato piano di copertura. Una misura socialmente efficace e snella per le casse pubbliche, suggerisce l’Aci in una nota, potrebbe essere quella di favorire il ricambio di un vecchio catorcio con un usato più moderno di piccola cilindrata. Ciò allargherebbe i benefici a una più ampia fascia della popolazione, stimolando un percorso virtuoso con tanti automobilisti che riuscirebbero a monetizzare il loro Euro4 trovando le risorse per acquistare un’auto nuova.
“L’Automotive garantisce all’Erario oltre 70 miliardi di euro, pari al 16,5 per cento delle entrate fiscali complessive del Paese”, sottolinea Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, “e una parte di questi soldi possono essere reinvestiti per sostenere la domanda degli automobilisti. Gli incentivi però devono rivolgersi al nuovo prima che all’usato”.