Costi minimi per la sicurezza, chi dice che sono stati aboliti sbaglia o è bugiardo

Ci sono realtà che sono sotto gli occhi di tutti ma che vanno ugualmente evidenziate, ripetute. E questo per evitare confusioni, spesso generate da chi, strumentalmente,  piega la realtà ai propri interessi. È il caso dei costi minimi per la sicurezza del trasporto merci che restano in vigore. Una precisione doverosa, viste le varie interpretazioni diffuse all’indomani dell’ordinanza emessa dai giudici del  tribunale amministrativo del Lazio che hanno disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea. Ebbene, a coloro che hanno cercato di distorcere la realtà, col rischio di generare anche tensioni tra gli operatori sia del trasporto sia dell’utenza, va chiarito una volta per tutte che che la sentenza del Tar mantiene assolutamente in vigore la legge sui costi incomprimibili (voluti dal Parlamento italiano per tutelare milioni di persone sulle strade) in attesa del pronunciamento sulla compatibilità delle norme italiane con i principi comunitari. Facile comprendere la delusione di quella committenza che, per guadagnare qualche euro in più, sarebbe disposta a mettere in pericolo delle vite umane e che proprio con questa “altissima finalità” aveva chiesto di sospendere l’efficacia dei costi minimi. Difficile, anzi impossibile, è invece giustificare i tentativi di cambiare le carte in tavola, facendo finta di non vedere, di non capire che  il Tar non solo ha respinto la richiesta di sospensiva una prima volta, ma  che nell’interpellare la Corte europea ha riconfermato i precedenti pronunciamenti che comprendono anche il rifiuto alla sospensiva. E chi sostiene che sia sufficiente interpellare  la Corte europea per sospendere la validità di norme di legge e’ fuori dalla realtà. O forse mira solo a ingenerare confusione. Sono i precedenti a smentire tali interpretazioni: quando i giudici ordinari eccepirono dubbi di compatibilità comunitaria sul sistema tariffario obbligatorio, ben più rigido di quello in vigore oggi che si limita a indicare i costi minimi per garantire ai cittadini che le attività di trasporto si svolgano nel rispetto del Codice della strada e dalla sicurezza sociale, nessun giudizio venne automaticamente sospeso. Per la cronaca le autorità comunitarie non riscontrarono alcuna incompatibilità del sistema di tariffe obbligatorie con i principi comunitari e questo a maggior ragione dovrebbe valere per i costi minimi.  Maurizio Caprino sul blog del Sole24Ore  ha sostenuto che più controlli metterebbero tutti d’accordo. tesi assolutamente condivisibile: ripartiamo tutti da qui, e facciamo sì che ci sia certezza sul funzionamento dei controlli. Facendo rispettare una legge che c’è e che nesuno ha mai cancellato…

Paolo Uggé