Tablet e smartphone causano incidenti? La tecnologia può diventare un’insidia

L’incidente stradale è la prima causa di morte per i giovani sotto i trent’anni, prima di malattie e droghe. Un fenomeno che non riguarda solo l’Italia ma anche il resto d’Europa. Un dato decisamente preoccupante, nonostante il calo dei sinistri: nel nostro Paese, per esempio, nel decennio 2001/2010 l’Italia ha registrato una riduzione della mortalità del 42,4 per cento, in linea con la media europea del 42,8 per cento. Tuttavia, velocità eccessiva, mancato rispetto delle regole, abuso di alcol, distrazione al volante, eccessiva confidenza nelle proprie capacità di guida, uso disinvolto delle tecnologie multimediali in automobile, con la conseguente incidentalità che ne deriva, rimangono una problema piuttosto grave, soprattutto in relazione alle fasce di popolazione più giovane, sotto i 30 anni. 

Il settimanale “Famiglia Cristiana” ha intervistato a proposito Elisabetta Mancini, vicequestore aggiunto della Polizia stradale e responsabile delle campagne di sicurezza della Polstrada. Della lunga intervista riportiamo tre risposte.

Oggi ai soliti problemi di eccesso di velocità ed eccesso di confidenza nelle proprie capacità al volante, si stanno aggiungendo le nuove tecnologie elettroniche a bordo, con conseguenze spesso devastanti…
“Sì, il fenomeno degli incidenti dovuti a Sms, consultazione di smartphone, aggiornamento del profilo Facebook, invio di email mentre si guida, eccetera, è purtroppo in aumento e rappresenta un pericolo concreto, anche se è difficile da monitorare e intercettare”.
È vero che i nostri giovani sono tra i guidatori peggiori in Europa?
“Assolutamente no. I profili di rischio del giovane guidatore italiano che avevamo tracciato nel 2007, corrispondono sostanzialmente a quelli degli altri ragazzi europei. Dal progetto Icarus si vede che su 14 Paesi il profilo di rischio è omegeneo. Ci sono nazioni in cui è più spiccata l’aggressività alla guida, altre in cui è più alta la tendenza allo stato di ebbrezza, in altre ancora è maggiore l’eccesso di velocità. Però in media i giovani italiani non rischiano più di quelli europei”.
Alla luce delle più recenti ricerche scientifiche e statistiche sui sinistri, lei conferma che negli incidenti la fatalità non esiste e per l’80 per cento dei casi è sempre responsabilità di chi guida?
“Certo, è così, ma anche per più dell’80 per cento: direi che 90 incidenti su 100 sono dovuti a una scarsa attenzione da parte del conducente”.

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