Accessibilità stradale delle città, in dieci anni persi 142 miliardi di euro di Pil

Se l’Italia avesse messo in campo, nel decennio 2001-2010, politiche di miglioramento dell’accessibilità stradale – il modo in cui i centri urbani sono collegati alla rete nel suo complesso – tali da allineare il sistema-paese all’andamento dello stesso indicatore in Germania, si sarebbe registrato un incremento del Pil pari a 142 miliardi di euro. La perdita è stata calcolata dall’ufficio studi di Confcommercio e pubblicata nel Libro Bianco sui Trasporti e le Infrastrutture presentato mercoledì mattina.

Guardando solo all’Italia, il Pil perduto nel 2010 viene quantificato in 50 miliardi di euro: corrispondente all’incremento del 3,2 per cento del Pil che si sarebbe registrato portando i livelli di accessibilità medi del Mezzogiorno agli standard raggiunti nella regione Lombardia.
I costi chilometrici medi in Italia, calcolati utilizzando un set di variabili molto complesso ed eterogeneo – si legge nel documento – si dimostrano poco concorrenziali rispetto all’offerta sul mercato: 1,579 euro a chilometro, contro l’1,518 della Francia, l’1,530 della Germania, l’1,206 della Spagna, l’1,047 della Polonia e addirittura lo 0,887 della Romania.