I tassisti italiani possono entrare in Svizzera, ma solo per 90 giorni all’anno

Il Parlamento svizzero si è pronunciato favorevolmente sui tassisti italiani. Hanno il diritto, per 90 giorni in un anno, di trasportare persone dall’Italia in Svizzera e, su prenotazione, di venirle a prendere. Non sono invece autorizzati a trasportare passeggeri sul solo territorio svizzero (trasporti interni). Le autorità ticinesi preposte ai controlli sono responsabili dell’osservanza di queste disposizioni. L’interpellanza contro le auto bianche italiane era stata inoltrata dal deputato della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri. 

La regolamentazione in vigore è prevista dagli accordi bilaterali del 1999 con l’intenzione di agevolare, a favore dei cittadini degli Stati membri della Comunità europea e della Svizzera, la prestazione di servizi sul territorio delle parti contraenti, segnatamente a liberalizzare la prestazione di servizi di breve durata e a garantire le stesse condizioni di vita, di occupazione e di lavoro di cui godono i cittadini nazionali. Il Consiglio federale ha assicurato di impegnarsi affinché i tassisti svizzeri possano esercitare la propria attività legalmente anche all’estero. Nel caso in cui dovessero essere riscontrate disparità di trattamento da parte delle autorità italiane preposte ai controlli, le autorità federali svizzere potrebbero intervenire, sulla base di circostanziate notifiche, presso le autorità italiane. La Lega aveva sollevata anche il problema dell’odocronografo presente dal 2006 sui taxi ticinesi. In Italia si chiama cronotachigrafo digitale ed è una sorta di computer che (sui camion) registra i percorsi, i chilometri, le velocità e si attiva con la card dell’autista. Berna precisa che non è possibile chiedere l’applicazione di tale equipaggiamento anche sui taxi italiani. Anche i tassisti italiani dovranno osservare le disposizioni sulle ore di guida e di riposo giornaliera e settimanale previste dalla normativa svizzera.