Bocciato il protocollo trasporti delle Alpi. Legambiente: colpa dei camionisti

È molto critica la posizione di Legambiente sulla mancata ratifica da parte della Camera dei Deputati del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. “Per l’ennesima volta da 11 anni a questa parte”, si legge in un comunicato stampa degli ambientalisti, “il nostro Paese ha sciupato un’altra occasione per entrare nel tavolo dei Paesi europei confinanti con cui discutere di politiche e infrastrutture dei trasporti”.  

Legambiente ne approfitta anche per attaccare gli autotrasportatori, tanto per cambiare, come se alla Camera decidessero i camionisti… “È l’ennesimo gesto di acquiescenza verso la lobby degli autotrasportatori”, si legge, “l’unica ad essere sempre beneficiata, anche in tempi di crisi, dalle scelte governative: una lobby che evidentemente teme che il nostro Paese possa intraprendere scelte virtuose simili a quelle dei nostri vicini di Alpi, che da sempre puntano sul trasporto e sulla logistica basata sul ferro. Politiche virtuose che però si bloccano alle Alpi, non per l’impenetrabilità della catena montuosa, ma per le pessime condizioni in cui opera la logistica ferroviaria in Italia. L’esclusione del Protocollo Trasporti, inoltre, oltre a minare alla base l’impianto portante della Convenzione, blocca di fatto anche l’approvazione degli altri protocolli. Infatti, nonostante l’approvazione finale, il testo dovrà ora tornare all’esame del Senato, con poche probabilità di poter essere esaminato e approvato nell’ambito della legislatura in corso”. “L’Italia si era impegnata a ratificare il protocollo sui trasporti nel 1999, quando il Parlamento aveva siglato la nostra entrata nel trattato  alpino, la Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi”, ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, “eppure ancora oggi restiamo l’unico Paese dell’Ue che si chiama fuori dai tavoli internazionali sui trasporti, e lo facciamo senza avere alcuna strategia che non sia insostenibile sotto il profilo ambientale oltre che ottusa, perché non potremo mai fare nuove autostrade di attraversamento alpino senza la condivisione dei Paesi confinanti, così come non potremo mai decidere in solitudine le grandi scelte di politica industriale e dei trasporti che riguardano lo scambio di merci tra Italia e resto d’Europa, perché le Alpi sono il confine terrestre del nostro Paese. Ma forse in materia di geografia i parlamentari che hanno affossato il protocollo sui trasporti si trascinano qualche lacuna dalla formazione scolastica”.