“Le associazioni dell’autotrasporto che si riconoscono nell’Unatras condividono l’obiettivo di un rigoroso controllo della movimentazione e gestione dei rifiuti pericolosi per combattere fenomeni di illegalità e le ecomafie. Ritengono però che il meccanismo individuato con il Sistri non concilia il condiviso interesse a tracciare i movimenti dei rifiuti pericolosi con le esigenze del lavoro; determina parzialità penalizzanti nel mercato e falle evidenti nel conseguimento degli obiettivi. Il Sistri deve necessariamente essere esteso ai vettori esteri e soprattutto attuato in modo efficiente, funzionale e senza causare danno all’economia reale”. Con un comunicato stampa Unatras rilancia la questione Sistri e riporta sotto i riflettori l’estensione del sistema di tracciabilità dei rifiuti anche per gli operatori stranieri.
“La mancata estensione del Sistri”, si legge in un comunicato stampa di Unatras, “alle imprese estere di trasporto dei rifiuti determina difatti una forte, quanto ingiustificata discriminazione, in danno delle aziende italiane, che si vedono costrette a sostenere costi ed oneri di implementazione e di utilizzo del Sistri, mentre i loro concorrenti esteri non sottostanno a una pari regolamentazione. Con la mancata inclusione delle imprese estere nel Sistri, non si realizza poi il controllo voluto dallo stesso sistema, che è la finalità principale da esso perseguita. Il nuovo sistema”, spiega sempre Unatras, “dovrà essere inoltre semplificato rispetto a quello proposto in passato, efficiente e in grado di funzionare in qualsiasi luogo del territorio nazionale. Non dovranno più verificarsi quei grossi problemi di connessione, utilizzo e chiusura dei cicli operativi che si sono registrati in passato e sono stati ampiamente dimostrati nel corso dei due test che le imprese hanno sostenuto, negli scorsi mesi di maggio e luglio. Il nuovo Sistri dovrà infine essere circoscritto ai rifiuti pericolosi, che sono quelli che determinano i maggiori danni ambientali e alla salute dell’uomo, e sui quali si compiono i ratei ed i traffici illeciti delle ecomafie. Oltre alla strutturazione non propriamente ottimale c’è il danno. Le imprese di trasporto hanno dovuto sostenere costi considerevoli derivanti dai diritti dovuti per la prima iscrizione al Sistri, dalla installazione delle black box, dai diritti di segreteria alla Cciaa e delle chiavi Usb, dalla specifica formazione, dall’acquisto di computer e stampanti: costi anticipati che potevano tranquillamente rimanere nelle tasche delle imprese. Visti gli esiti del Sistri e i tempi, le imprese non possono permettersi di concedere anticipazioni gratuite a chicchessia: le associazioni aderenti a Unatras stanno predisponendo un’azione collettiva per richiedere il rimborso delle somme versate”.