Unatras: “Il Sistri non funziona, va rinviata l’entrata in vigore”

L’entrata in vigore del Sistri, ovvero il  nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, prevista per il prossimo 1 giugno va sospesa. A chiederlo è Unatras, l’ organizzazione che riunisce le maggiori sigle associative dell’autotrasporto, che in un comunicato stampa sottolinea come “pur condividendo l’obiettivo di favorire una maggior trasparenza del flusso dei rifiuti che persegue il nuovo sistema informatico di tracciabilità denominato Sistri, è contraria alla sua entrata in vigore dal 1° giugno 2011. A meno di quaranta giorni dalla sua obbligatorietà, il Sistri non risulta essere ancora funzionante, giacché alcuni operatori, pur dotati dei necessari dispositivi elettronici, non sono ancora riusciti ad accedere al sito web. La maggior parte delle imprese”, prosegue il comunicato, “non ha avuto modo di aggiornare il nuovo browser e l’aggiornamento del sistema, laddove effettuato, non ne consente di fatto la sua operatività, in quanto non invia le necessarie comunicazioni mail, apre delle schermate che poi non chiude e sovente si blocca. Le istruzioni tecniche per effettuare informaticamente le diverse operazioni di gestione dei rifiuti, dalla registrazione di quelli prodotti, allo scarico nell’area movimentazione, al tracciamento  con le black-box montate sugli automezzi, cambiano di continuo.  In una sola settimana si sono avute tre diverse versioni del manuale operativo, mentre le guide per i diversi soggetti del ciclo dei rifiuti, produttori, trasportatori e gestori impianti finali, sono state addirittura rimosse dal sito per un loro ulteriore aggiornamento. Ai trasportatori, infine, non viene nemmeno consentito di effettuare un congruo periodo di sperimentazione per testare la validità del sistema e indicare le criticità da superare”. Per tutti questi motivi “Unatras chiede la necessaria sospensione del Sistri e il rinvio del termine del 30 aprile per il pagamento dell’oneroso contributo d’iscrizione al sistema, fissato proprio per coprire le spese di suo funzionamento, che sinora non è avvenuto, a meno che, nel giro di due settimane non si riesca a farlo funzionare in maniera adeguata e a garantire che il sistema reggerà quando tutti gli oltre 300mila operatori saranno costretti ad utilizzarlo”.