“Tagli ai fondi dell’autotrasporto? Bene, così finalmente così si potrà pensare a una riforma del sistema del rimborso pedaggi”. Così Cinzia Franchini, presidente dell’associazione Ruote Libere, ha commentato la notizia di una possibile riduzione delle risorse stanziate ogni anno dal Governo per il settore dell’autotrasporto accolta invece in modo totalmente negativo dalle principali associazioni di categoria riunite in Unatras. “ Vecchie associazioni dell’autotrasporto che di quelle risorse in parte vivono i cui rappresentanti alla notizia hanno probabilmente fatto un balzo sulla sedia”, ha aggiunto sarcasticamente la battagliera rappresentante degli autotrasportatori sottolineando come il presidente di Unatras Paolo Uggé abbia annunciato “l’apertura di una ‘fase conflittuale’”. Ma l’eventuale taglio quanto “costerebbe” alla categoria? “In base alle tabelle pubblicate a corredo della Legge di bilancio 2025, mancherebbero 12 dei 240 milioni complessivi messi in campo lo scorso anno”, si legge nel comunicato diffuso da Cinzia Franchini ribadendo che “quel taglio va nella direzione giusta”. Per quale ragione? Presto detto: “Sappiamo bene che tanti di quei 240 milioni sono destinati agli sconti sui pedaggi autostradali e in parte alla formazione, proprio i meccanismi dei quali le associazioni di non-rappresentanza beneficiano. Questi signori non si scaldano di certo se il Governo non mantiene le promesse relative ai nodi che da sempre affliggono il mondo dell’autotrasporto (penso alla de-professionalizzazione, alla concorrenza selvaggia, ai problemi della rete infrastrutturale, a una normativa barocca spesso inapplicata e al radicamento mafioso), ma se si toccano le risorse a loro destinate annunciano azioni clamorose di protesta. Se vengono messi in discussione i fondi di cui indirettamente le associazioni stesse beneficiano improvvisamente scompaiono disponibilità al dialogo e senso di responsabilità costruttivo e la luna di miele con il ministro Matteo Salvini svanisce. Agli autotrasportatori è comunque chiaro come questa levata di scudi non sia certo in loro difesa”, conclude la presidentessa di Ruote Libere. “L’impianto distorto che regola la “riduzione compensata dei pedaggi autostradali” infatti premia innanzitutto i Consorzi di servizi, molti di emanazione delle associazioni di categoria e lascia agli autotrasportatori solo una percentuale dei fondi stanziati dal Governo. Il taglio di quelle risorse è quindi positivo se accompagnato finalmente a una seria riforma dei rimborsi sui pedaggi che passi dagli sconti diretti ai caselli per i grandi utenti delle autostrade, sconti dei quali devono farsi carico i concessionari autostradali i cui margini di guadagno sono immensi. Esattamente come avviene in altri Paesi d’Europa. Che lo Stato paghi i rimborsi, peraltro in modo indiretto attraverso i consorzi è un doppio schiaffo: sia per i cittadini sia per gli autotrasportatori stessi. Una riforma che sgravi lo Stato di oneri che come detto non sono suoi permetterebbe di recuperare ben più dei 12 milioni di taglio che Unatras contesta”.