Falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato: sarebbero queste le ipotesi di reato al centro dell’indagine aperta dalla Procura della Repubblica di Roma per fare luce sulla corretta “destinazione” di un tesoro di oltre 500 milioni di euro destinati alla manutenzione e alla realizzazione di opere autostradali oltre che sulla sulla gestione di fondi nei quali vengono accantonate risorse per progetti specifici, da parte della società Autostrade per l’Italia. Nel registro degli indagati sarebbero stati iscritti i nomi di sette dirigenti per fatti che risalirebbero, come sottolinea anche una nota diffusa dalla stessa società Autostrade per l’Italia, all’inizio degli anni 2000, “mentre oggi”, si legge sempre nella nota, “il vertice è certo di aver agito sempre in totale trasparenza e secondo la legge”.