Unrae: “Nuovi incentivi o sulle strade avremo mezzi pesanti sempre più vecchi e pericolosi”

Senza incentivi far viaggiare il mercato dei rimorchi e semirimorchi rischia d’essere un’impresa ai limiti dell’impossibile. Lo dicono i dati relativi ai mezzi con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate elaborati dai responsabili del Centro studi e Statistiche dell’Unrae, sulla base dei dati forniti dal ministero dei Trasporti, con le immatricolazioni che nei primi otto mesi del 2024 sono scese del 12,1 per cento, passando da 10.660 a 9.375 unità, a meno1.285 veicoli rispetto al 2023, che già aveva mostrato una flessione sull’anno precedente. Lo dice l’appello lanciato al Governo da Michele Mastagni,

coordinatore del gruppo rimorchi, semirimorchi e allestimenti dell”associazione costituita dalle case automobilistiche estere che in Italia distribuiscono, vendono e assistono autovetture, veicoli commerciali e industria che non ha esitato a parlare di un “anno nero, con ben sette mesi su otto in flessione rispetto al 2023, che già aveva chiuso con un -7,4 per cento sul 2022”, denunciando come “senza interventi mirati e concreti da parte del Governo il timore è che le difficoltà del comparto non possano essere risolte in tempi brevi. Molte aziende di autotrasporto non sono a oggi in grado di rinnovare le proprie flotte di veicoli trainati e lo stallo negli investimenti sta inevitabilmente aggravando l’età media del parco circolante italiano, che ha ormai superato i 17 anni. Questi numeri non possono più essere ignorati: la sicurezza delle nostre strade è a rischio””, ha concluso Michele Mastagni chiedendo “l’istituzione di un fondo pluriennale ad hoc, con risorse pari ad almeno 70 milioni di euro. Solo in questo modo sarà possibile accelerare la sostituzione dei più vecchi veicoli trainati, migliorando la sicurezza del trasporto merci”.