Cinquemila adesivi viaggiano sui tir per rendere più visibile i rischi a chi va a piedi o su due ruote

La sicurezza stradale può salire a bordo di mezzi differenti, seguire percorsi diversi, ma anche indicarli.  Per esempio con messaggi da far viaggiare “a bordo” di camion. Come nel caso della campagna “Angolo morto” (ovvero la zona invisibile all’occhio del conducente di un mezzo pesante, finita “sul banco degli imputati” dopo diversi incidenti, in alcuni casi mortali, che hanno visto protagonisti motociclisti e ciclisti “affiancati” a camion nel traffico cittadino) pronta a far viaggiare cinquemila adesivi nelle prossime settimane sui camion dei soci della Fai, la Federazione auto- trasportatori italiana di Bergamo, con l’obiettivo di avvertire soprattutto  il “popolo delle due ruote”, ma anche i pedoni, dei rischi che può provocare avvicinarsi a un mezzo pesante, in particolar modo a un incrocio, durante una manovra di svolta. Cinquemila adesivi  realizzati la società Vittoria spa di Brembate, colosso mondiale nella produzione  di pneumatici per biciclette con oltre  mille dipendenti in diversi Stati e  cinque milioni  di pneumatici per bici e mountain bike prodotti ogni anno,  in un progetto nato in collaborazione con i responsabili di Aribi, l’associazione per rilancio della bicicletta, il club Rotary di Treviglio e pianura bergamasca e il Comune di Treviglio, che saranno applicati sulle cabine e sul retro dei tir .”La nostra azienda promuove da sempre la sicurezza in bici sulle strade e qiuesto è un ulteriore prezioso passo in avanti che abbiamo voluto compiere”, ha commentato  Vittoria Calò, managing director del Vittoria Park di Capriate, il parco con piste per le biciclette  teatro della presentazione del progetto al quale è intervenuto anche Paolo Doneda, vicepresidente di Fai Bergamo, che ha voluto sottolineare come  gli adesivi “in Francia obbligatori, siano un’ottima iniziativa, nell’ottica di un processo culturale, per il quale servirà tempo ma che di certo contribuirà a far crescere la consapevolezza dei ri- schi tra pedoni e ciclisti, facendo invece diminuire, questo almeno è l’augurio di tutti, il numero di incidenti provocati proprio dall’angolo morto. Quando si verificano incidenti che coinvolgono i mezzi pesanti si registra nell’opinione pubblica una grande indignazione”, ha voluto aggiungere sempre il vicepresidente della Fai bergamasca, “ma purtroppo sulle strade manca la conoscenza degli angoli di ingombro e delle possibili manovre di un mezzo pesante”. All’incontro ha preso parte anche il  sindaco di Treviglio, Juri Imeri, che ha annunciato un altra importante iniziativa: l’inaugurazione,  la mattina di venerdì 27 settembre  alla Geromina, frazione della cittadina, di  un parco tematico “con finalità educativa e di educazione stradale, per contribuire ad accrescere la consapevolezza dei ragazzi su questo tema, ma anche degli adulti”. Un progetto nel quale l’amministrazione comunale ha investito  250mila euro attrezzando  un’area che sarà utilizzata anche dagli appassionati di roller. E, sempre venerdì 27, ma questa volta di sera, è in programma anche una tavola rotonda sul tema della sicurezza stradale,  moderata da Mino Carrara, giornalista e membro del Rotary, che ha illustrato alcuni dati Istat che confermano come  il “fenomeno angolo morto”,  abbia visto diminuire sensibilmente il numero dei ciclisti  vittime di incidenti con mezzi pesanti ma come il pericolo resti sempre altro con  200 vittime nel 2023 (contro  le 370 del 2020). Un segnale positivo come lo è anche “quello lanciato attraverso il nuovo adesivo”, ha affermato Alberto Candellero, vice presidente di Aribi, associazione che, ha voluto precisare,  “prende spesso posizione spesso anche contro i ciclisti stessi, che hanno tanti diritti se osservano le regole ma che a volte pensano che  ma il solo fatto di essere ciclista voglia  dire che tutte le porte devono esser spalancate, dimenticandosi di usare il buonsenso”. Va usato soprattutto il buonsenso e questo non sempre accade”.

 

 

 

 

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