Autovelox fuorilegge sequestrati in 10 regioni, i risarcimenti nascondono una colossale beffa

Dopo i sequestri in dieci regioni d’Italia degli “autovelox fuorilegge”, gli apparecchi T-Exspeed v 2.0 risultati non omologati e carenti dei requisiti necessari per garantire la validità delle sanzioni emesse, sta per arrivare l’ora dei risarcimenti. Una buona notizia per moltissimi conducenti multati sulle strade di Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, ma che nasconde una beffa colossale: già, perché i cittadini più ligi al dovere, quelli che si sono precipitati a pagare la sanzione, saranno esclusi dalla possibilità di vedersi risarciti. L’ennesimo capitolo di una storia infinita che sembra scritta apposta per raccontare come il Belpaese non ami “premiare” chi si comporta meglio. Per impugnare gratuitamente la multa davanti al prefetto, ma con il rischio di vedersi raddoppiato l’importo della sanzione qualora il ricorso dovesse essere respinto, le “vittime” degli autovelox sequestrati in tutta Italia su disposizione del Gip del Tribunale di Cosenza avranno a disposizione 60 giorni a partire dalla notifica della violazione, ridotti della metà, 30 giorni, nel caso in cui si faccia ricorso davanti al Giudice di pace, pagando il contributo unificato. “Nel caso in cui sia ancora possibile contestare la sanzione, per avere certezze circa l’omologazione del dispositivo autovelox occorre presentare istanza d’accesso al Comune dove è installato l’apparecchio e, una volta ottenuti gli atti, analizzare le specifiche tecniche sull’autovelox”, hanno spiegato i responsabili del Codacons, aggiungendo che in caso di accettazione del ricorso sarà possibile ottenere non solo l’annullamento del verbale ma anche il risarcimento delle spese legali.

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