Può un problema, che complica quotidianamente la vita a centinaia di migliaia di persone, restare irrisolto per decenni e dopo tutto questo tempo essere reso ancora più complicato aggiungendo disagi a disagi? Può, eccome. Come dimostra il caso dell’attraversamento del fiume Adda per il quale da oltre 30 anni chi abita nelle di province di Como, Lecco, Bergamo, Monza Brianza e Milano chiede la realizzazione di nuovi ponti. Per evitare code e ingorghi ma anche, per moltissimi autotrasportatori (categoria particolarmente penalizzata dalla mancanza di infrastrutture adeguate e da una sovrabbondanza invece di divieti) per non dover essere costretti a moltiplicare ogni giorno la lunghezza dei propri viaggi per districarsi nel groviglio di limiti che rendono off limits per i mezzi pesanti altre alternative. E proprio dal mondo dell’autotrasporto è partito il nuovo allarme dopo una decisione destinata, appunto, a rendere ancora più pesante una situazione già critica: la chiusura, per un periodo lunghissimo, 16 mesi, del ponte di Brivio
che “impedirà ai camionisti di trovare, per oltre 50 chilometri, un solo punto in cui attraversare il fiume con un carico oltre le 44 tonnellate” come hanno sottolineato Patrizio Ricci, presidente di Cna Fita e vicepresidente dell’Albo autotrasportatori nazionale, Giuseppe Cristinelli, Paolo Doneda e Doriano Bendotti, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario della Fai Federazione autotrasportatori italiani di Bergamo, protagonisti di una riunione d’emergenza e concordi nel chiedere alle istituzioni “un intervento immediato e non più rimandabile per realizzare nuove infrastrutture che risolvano non il problema che non riguarda solo la mobilità. Già, perché in gioco”, hanno sottolineato i protagonisti dell’incontro, “ci sono anche la sicurezza, e l’ inquinamento destinato ad aumentare esponenzialmente con i camion costretti ad aumentare di decine e decine di chilometri ogni loro viaggio”. Problemi che non riguardano certo solo gli autotrasportatori, come è stato sottolineato più volte nel corso dell’incontro, interessando una vasta area della Lombardia che, tradotta in numeri, significa “oltre sei milioni di abitanti che ogni giorno si devono spostare per i più svariati motivi, a partire dalla necessità di raggiungere il posto di lavoro nelle oltre 500mila aziende insediate in una delle zone a più altro tasso di industrializzazione d’Italia”. Una situazione già oggi insostenibile e destinata ad aggravarsi pesantemente con la chiusura del Ponte di Brivio, per quasi 500 giorni, che i rappresentanti del mondo dell’autotrasporto hanno riassunto in una mappa che racconta come attraversare un semplice fiume , all’alba del terzo millennio, con all’orizzonte progetti addirittura per superare lo Stretto di Messina, sia diventata un’impresa quasi impossibile . Complicando sempre più (invece di semplificarla, realizzando nuovi attraversamenti della lunghezza di poco più di 100 metri) la vita quotidiana di centinaia di migliaia di persone. Una mappa, mostrata mentre veniva pubblicamente chiesto alle istituzioni la realizzazione di due nuovi ponti “e non tra 20 anni”) che si commenta da se. CLICCA QUI PER VEDERE LA MAPPA