Autostrade del mare, la “nuova Europa” non può affondare a colpi di tasse il lavoro degli armatori

Nuove politiche a supporto della transizione e delle imprese; maggiori fondi europei su infrastrutture green, innovazione, ricerca e formazione; maggiore attenzione ai benefici generati dal trasporto intermodale, semplificando le procedure e autorizzando maggiori dotazioni finanziarie e agevolazioni fiscali per le imprese virtuose: è questo che i rappresentati di Alis e tutti i loro associati si aspettano dalle nuove istituzioni europee che si stanno formando dopo le recenti elezioni. Risposte concrete  a domande alle quali Guido Grimaldi, presidente dell’ associazione logistica dell’intermodalità sostenibile diventata negli anni sempre più punto di riferimento del popolo del trasporto e della logistica, ha invitato il mondo politico a guardare come “priorità assolute” e “con maggiore consapevolezza nei confronti delle criticità vissute dal comparto”. Un invito che il presidente di Alis ha lanciato riassumendo i lavori del consiglio direttivo che si è svolto a Napoli, nella suggestiva Sala dei Baroni del Maschio Angioino, e che è stato concluso dall’intervento del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, presente all’evento così come altri ospiti illustri: dal prefetto di Napoli Michele Di Bari al sindaco Gaetano Manfredi, dall’ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania e comandante della Capitaneria di porto di Napoli , ad Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centrale. “Rispetto allo sviluppo dell’intermodalità e delle Autostrade del mare, che l’Europa ha voluto fortemente incentivare negli ultimi anni con l’obiettivo di sottrarre i camion dalle strade e ridurre le emissioni inquinanti, da un’analisi del centro studi  Srm nelle scorse settimane sono emersi alcuni dati interessanti”, ha affermato Guido Grimaldi , “in Italia il settore Ro-Ro è cresciuto del 56 per cento negli ultimi 10 anni e si è evidenziata in particolare la centralità dei traffici portuali del Tirreno, tra cui appunto i grandi risultati prodotti dall’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centrale con i porti di Napoli e Salerno. Come abbiamo più volte sottolineato, questo grande lavoro e questi grandi risultati raggiunti dagli armatori rischiano però di essere fortemente compromessi da alcune scelte compiute dall’Europa e, in particolare, dalle normative Ets e Fuel Eu Maritime che dall’inizio di quest’anno stanno tassando e tasseranno il settore marittimo a danno di cittadini e imprese, con notevoli impatti economici in particolare sulle navi battenti bandiera italiana. Considerando comunque che il trasporto marittimo rappresenta oltre il 90 per cento degli scambi mondiali e produce solo il 2,5 per cento delle emissioni globali, per contribuire concretamente alla decarbonizzazione riteniamo prioritario agire con politiche globali e ci auguriamo che venga presa in considerazione la soluzione dell’International chamber of shipping che, anziché tassare gli armatori come sta facendo l’Europa, propone di istituire un fondo di ricerca e sviluppo alimentato attraverso una fee su tutte le emissioni mondiali, dal quale attingere le risorse per produrre nuovi carburanti nei Paesi in via di sviluppo e premiare gli armatori virtuosi che hanno investito prima in nuove tecnologie”.

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