“Se la Commissione europea non dovesse tenere in considerazione il principio della libera circolazione, credo che la parola passerà all’autotrasporto italiano, che saprà intervenire in modo identico a quanto avvenne fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, con manifestazioni che arrivarono a durare fino a otto giorni. Questa non è una minaccia, ovviamente, bensì una promessa”. Le parole con cui Paolo Uggè, presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani, ha risposto al governatore tirolese Anton Mattle (che alla vigilia della decisione sul ricorso presentato dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano contro i divieti al valico del Brennero ha affermato “Salvini fa chiasso, noi invece presentiamo dati, numeri e fatti”) hanno tutto il sapore di una tanica di benzina pronta a essere versata sul fuoco. Incendiando una protesta capace, come solo un fermo nazionale dei camion può fare, di paralizzare il Paese. Come accaduto decenni, fa, come potrebbe riaccadere Continua a leggere