L’Europa è pronta a far viaggiare su strade e autostrade del vecchio continente camion e autobus più lunghi con l’obiettivo di ridurre così il numero di viaggi e, di conseguenza, l’inquinamento, favorendo la transizione climatica. Una strategia (che nella proposta avanzata dai componenti della commissione trasporti del Parlamento Ue prevederebbe di aumentare di quattro tonnellate il peso dei mezzi aumentando la lunghezza massima per avere maggior spazio non solo per il carico ma anche per ospitare batterie o celle a idrogeno) che sulla carta può apparire valida ma che se “raffrontata” con la realtà di ogni giorno, fra ponti e cavalcavia che già vengono messi a rischio da mezzi meno pesanti e migliaia percorsi dove manovrare è giù un problema con meno ”metri” da far passare (senza dimenticare le rotatorie spuntate come funghi….) ha già suscitato più d’una critica. Comprese quelle avanzate dai responsabili di Rail Freight Forward, associazione composta da aziende europee di trasporto ferroviario merci che ha come obiettivo ridurre l’impatto sul pianeta e sulla mobilità collettiva, che si sono dati appuntamento (con la conferenza stampa internazionale “Weights & Dimensions Directive in road transport: disastrous for EU Green Deal and taxpayers”, ovvero “Direttiva pesi e dimensioni nel trasporto stradale: disastrosa per il Green Deal europeo e per i contribuenti”) proprio per fare il punto sugli impatti negativi della direttiva europea dedicata al trasporto merci su strada, in corso di valutazione da parte del Parlamento europeo. Arrivando alla conclusione che “ingrandire” i camion non promuoverebbe affatto “un reale progresso verso gli obiettivi di sostenibilità, ma anzi potrebbe compromettere gravemente gli sforzi volti a realizzare un trasporto merci più ecologico in Europa”, considerato che, come ha affermato Sabrina De Filippis, amministratrice delegata di Mercitalia Logistics, capofila del Polo logistica del Gruppo FS, “la direttiva europea rischia di portare sulle strade europee oltre 10 milioni di camion in più, per oltre 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di Co2 rispetto ai livelli attuali”. E senza dimenticare “le criticità legate alla sicurezza stradale”, soprattutto per l’effetto sulle infrastrutture”. Che in Italia non sono esattamente “pronte” per sostenere ulteriori carichi di traffico. Le immagini del ponte di Annone, in Brianza, sbriciolatosi sotto il peso di un trasporto eccezionale, sono ancora vive nella memoria di milioni di persone. Vive,: a differenza di troppe altre morte in tragedie che forse proprio “carichi” troppo elevati per strutture vecchie di decenni e arrivate fino a noi senza un’adeguata manutenzione, hanno contribuito a provocare.