Ue, la protesta degli agricoltori non ha insegnato nulla? Serve una nuova “lezione” dai camionisti?

“Evidentemente l’azione degli agricoltori non ha insegnato niente ai signori di Bruxelles. Vedremo i dettagli dell’accordo, ma se quanto annunciato sarà confermato, l’autotrasporto assumerà le medesime iniziative degli agricoltori”. Chi parla è il presidente della Fai (la Federazione degli autotrasportatori italiani), Paolo Uggé che commentando l’annuncio, da parte della della presidenza del Consiglio Ue, di nuove restrizioni in vista peri veicoli pesanti per ridurre le emissioni di Co2 ha espresso “la preoccupazione delle imprese dell’autotrasporto” ma soprattutto ha paventato “ il rischio è che la protesta dei trattori si espanda ad altri settori. Da quanto apprendo, lo scopo è ridurre ulteriormente le emissioni nel settore dei trasporti stradali e introdurre nuovi obiettivi per il 2030, 2035 e 2040, fino ad arrivare a un decremento del 90 per cento”, ha affermato Paolo Uggè. Aggiungendo che il mondo dell’autotrasporto è “disposto a operare e a dare il proprio contributo per l’ambiente, ma occorre consapevolezza di quelle che possono essere le conseguenze di scelte esasperatamente ideologiche”.

4 risposte a “Ue, la protesta degli agricoltori non ha insegnato nulla? Serve una nuova “lezione” dai camionisti?

  1. C’è una grande differenza: gli agricoltori hanno agito, i camionisti parlano e basta… Forse è per questo che contano come il due di picche…

  2. Si continua a leggere che nessuno vuol fare il camionista: e ti credo, una volta era una categoria di uomini, adesso sono, al massimo, caporali capaci solo di belare le loro timide proteste….

  3. Elio ed Eleonora sostengono le medesime tesi. Vere entrambe in quanto fanno emergere come sia molto incerta, ancora, la voglia di dare un segnale forte alle Autorità europee ed anche al governo nazionale. Ricordo che le decisioni appartengono direttamente alla categoria che attraverso la presenza negli organismi deliberanti delle singole federazioni possono decidere di assumere le scelte di attuare forme di protesta. Se questo non avviene le considerazioni di Elio ed Eleonora trovano ragioni. Inutili, se non controproducenti, sarebbero le decisioni assunte dai vertici delle vaie rappresentanze se non vi fosse la ferma volontà ad attuarle da parte della gran parte non serve l’unanimità della categoria. Un esempio? il siderurgico vive una fase drammatica. non si tratta di effettuare i fermi ma non effettuare i servizi in quanto non pagati dalla committenza. sarebbe un atto che indurrebbe a delle scelte rapide. invece qualcuno insiste a chiedere che le federazioni assumano iniziative. Credo che vi siano, realtà, noi tra queste pronte a dare copertura a queste azioni. La scelta è di competenza degli operatori. Noi ci siamo; e loro?

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