L’Italia sconfessa il Governo Conte e abbandona la via della Seta. “Evitato un danno pauroso”

“Sacrosanta”.Così Paolo Uggé, presidente della Federazione degli autotrasportatori italiani, ha definito la scelta del Governo guidato da Giorgia Meloni di uscire ufficialmente dal progetto per la realizzazione della via della Seta, la “Belt ad Road Initiative” lanciata 10 anni fa da Xi Jinping con l’obiettivo di diventare l’”asse strategico” del Dragone per rafforzare la propria economia attraverso una rete di infrastrutture fra tre continenti. Una clamorosa retromarcia che sconfessa l’adesione firmata dall’Italia, unico Paese del G7 a sottoscrivere il memorandum con primo ministro il grillino Giuseppe Conte nel 2019. Una scelta applaudita da Paolo Uggé che ha definito quella della Seta “una via sconsiderata, che si configurava già dall’inizio come un errore strategico che, a danno dell’Europa, avrebbe favorito un Paese assetato di egemonia. Non solo: ‘quel’ disegno”, ha tuonato Paolo Uggè, “relegava l’Italia a un ruolo marginale nei traffici provenienti dal Canale di Suez”. “L’autotrasporto esprime il proprio compiacimento per quanto deciso e comunicato ufficialmente, con decisione, dal nostro Governo, ed evidenzia come diventi sempre più indispensabile una riforma del sistema portuale che incrementi in tempi rapidi la competitività dell’Italia attraverso il sistema della logistica e dei trasporti”, conclude il comunicato stampa diffuso firmato dal presidente di Fai-Conftrasporto.