Se solo fosse vero: così i “calcoli veri” hanno demolito la favola del tutto elettrico nei camion

Se solo fosse vero. S’intitola così uno dei romanzi dello scrittore (ma anche imprenditore) Marc Levy, pubblicato in  Francia  e tradotto in più di 40 lingue. Un titolo perfetto per riassumere l’ “altra verità” sull’elettrificazione dei mezzi di trasporto, in particolare quelli pesanti, raccontata dagli ospiti del convegno “La strada che verrà: cambiamenti e innovazioni ci vedranno protagonisti”organizzato dalla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Brescia in occasione dell’assemblea annuale 2023 che si è  tenuta a Brixia Forum: Massimiliano Salini, eurodeputato membro della commissione trasporti; Franco Fenoglio, già presidente di Unrae e Scania Italia, oltre che strettissimo collaboratore per cinque anni di Sergio Marchionne e oggi membro del consiglio d’amministrazione di Italferr; Fabrizio Palenzona presidente di Fai Service; Paolo Uggé presidente nazionale della Fai. Un poker di veri conoscitori del mondo dei trasporti e della logistica che, invitati a “raccontare la verità, tutta le verità e nient’altro che la verità” sull’elettricità come unica “vera e definitiva alternativa ai carburanti tradizionali” per “far viaggiare in futuro un mondo più pulito”, hanno fornito una versione ben diversa da quella “di fantasia, ideologica, addirittura da autentico bluff”come è stata definita quella che spessissimo viene presentata. Una versione decisamente meno “fiabesca”, riassumibile ancora una volta con una frase dello stesso romanziere francese modificata ad hoc: dalla versione originale (“è mentre si calcola, mentre si analizzano i pro e i contro, che la vita passa” ), a quella ”adattata” al mondo dei trasporti:“è mentre si calcola e si analizzano i pro e i contro che passano messaggi sbagliati, fuorvianti, quelli che nella comunicazione di oggi vengono chiamati fake news”. O, per essere più esatti, “è mentre si calcola in modo completamente sbagliato…….. “Perché è proprio nel calcolo del problema che sta l’errore più grave, perché se l’ errore è a monte poi si scaricano a valle una soluzione e un’informazione sbagliata”, ha affermato Franco Fenoglio, chiarendo immediatamente il concetto: “lo sbaglio, clamoroso, sta nel metodo di calcolo utilizzato scegliendo il “metodo” tank  to  wheel, ovvero dal serbatoio alla ruota: metodo sbagliatissimo e fuorviante per calcolare le emissioni di anidride carbonica perché non tiene conto di quello che c’è “dietro le quinte” della produzione di energia elettrica, dalla miniera di carbone all’area di servizio, un percorso quest’ultimo molto più lungo ma soprattutto drammaticamente più inquinante che viene dimenticato, perso per strada da chi vuole mostrare solo una faccia della medaglia. Senza spiegare in modo corretto e obiettivo che per produrre l’energia necessaria a ricaricare le batterie oggi, e ancora in un futuro sicuramente non prossimo, è e sarà necessario bruciare, in molti casi, usare combustibili fossili. Qual è l’altra faccia della medaglia da mostrare se si vuole fare informazione corretta? Utilizzare un metodo di calcolo “vero”, che consideri tutta la filiera, tutto il processo di produzione dell’energia elettrica. Un metodo che in inglese viene definito from well to wheel, ovvero dal pozzo alle ruote. E che dimostra, senza alcun timore d’essere smentiti, come le emissioni di Co2 dei mezzi elettrici non siano più affatto zero. Con i dati che diventano impressionanti nei casi, ancora molti, in cui si usano centrali a carbone, con un impatto ambientale devastante. Altrimenti resta tutta pura e dannosa ideologia”. Un termine, quest’ultimo, ascoltateo con particolare attenzione da Massimiliano Salini, ospite particolarmente “speciale” dell’evento bresciano considerato che è stata proprio una sua proposta, appena approvata dall’europarlamento, ad aprire nuova strade al “corso legislativo dei biocarburanti”. Una svolta, ha spiegato l’esponente politico (applaudito non solo dalla platea gremita ma anche dallo stesso Fabrizio Palenzona pronto a sottolineare l’”importanza di tenersi strettissimi parlamentari come Massimiliano Salini, uomo che nei suoi interventi ha dimostrato non solo di conoscere la materia ma di possedere una mente capace di avere una visione d’insieme e, dunque , di poter analizzare come si deve i problemi e calcolare le possibili vere soluzioni ) “importante proprio per far sì che le emissioni di un veicolo pesante non vadano valutate solo allo scarico ma calcolando l’intero ciclo del carburante. Calcolo che”, ha aggiunto, “dimostra chiaramente come le soluzioni offerte dagli ultimi motori a combustione siano migliori rispetto agli elettrici”. I tempi ora per passare dalla teoria alla pratica, dalle parole ai fatti? “Entro marzo conto di potervi fornire importanti aggiornamenti”, ha affermato Massimiliano Salini salutando la platea di associati, in rappresentanza delle “2.400 imprese, per un totale di 25 mila addetti e 20 mila veicoli con un fatturato complessivo che sfiora i 2 miliardi di euro che costituiscono la realtà di Fai Brescia”, come ha sottolineato con orgoglio il presidente Sergio Piardi. “E chissà che in primavera non si possano festeggiare anche nuovi traguardi raggiunti dall’Hvo, l’olio vegetale idrotrattato che riduce del 90 per cento le emissioni di Co2 dalla produzione alla strada e che è già disponibilissimo in moltissime aree di servizio in Italia” come ha sottolineato Franco Fenoglio. Come a ribadire che le soluzioni vere, concrete esistono. In attesa che la favoletta del full electric nel trasporto pesante possa diventare, magari fra decenni, realtà…

4 risposte a “Se solo fosse vero: così i “calcoli veri” hanno demolito la favola del tutto elettrico nei camion

  1. Buongiorno coerenza…tutti a dare contro e giustamente all’elettrico…poi uno li vende, l’altro mendica aiuti e incentivi per il cambio parco circolante piu’ vecchio d’Europa, l’altro va in Europa a fare scena…povera italia

  2. Ho visitato il recente salone di Lione e le case costruttrici hanno mostrato i loro muscoli “elettrici”. Cioè il motore endotermico non è stato considerato. Solo un prototipo di un veicolo pesante alimentato a idrogeno, che spaventa solo a vederlo per la complessa tecnologia. Il mondo associativo deve fare la propria parte per informare correttamente la realtà imprenditoriale che si occupa di servizi di trasporto. Perché se è vero che il 74% delle aziende iscritte all’Albo possiede meno di 20 veicoli potete immaginare quale capacità di analisi la categoria possiede. E soprattutto non dobbiamo farci coinvolgere in progetti di “facciata” solo per poter dichiarare che siamo aziende sostenibili. Ritengo che i dati dichiarati dalle case produttrici per dimostrare le validità dei loro prodotti debbano passare attraverso il vaglio di professionisti competenti del settore e questi a loro volta, a caduta, trasmettere al mondo del trasporto le loro impressioni. Solo così potremo fare scelte consapevoli.

  3. Se ci fossero più occasioni simili per aiutare a capire dove c’è l’ideologia idiota e furba dei cacciatori di consensi e dove l’informazione corretta frutto dell’esperienza diretta molte fake news verrebbero cancellate a priori

  4. La prova che anche un appuntamento non esattamente “di grido” come un’assemblea di una federazione di autotrasportatori può diventare estremamente interessante, un “veicolo” per far conoscere alla gente comune la nostra realtà, i nostri problemi che spesso sono quelli dell’intero Paese che però non lo sa perchè nessuno o quasi gliene parla…. A differenza di quanto avvenuto grazie all’evento della Fai bresciana e grazie soprattutto ai quattro ospiti speciali che l’associazione è riuscita a portare sul palco… Così si fa, si creano i contenuti e poi si fanno viaggiare….. brava Fai Brescia, bravi Piardi, Petrogalli, Mussetola & Co…

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