Tre giorni senza carburanti in autostrada: “C’è del marcio nella gestione delle concessioni”

Settantadue ore consecutive senza la possibilità di far rifornimento in autostrada: dalle 22 di martedì 13 dicembre alla stessa ora di venerdì 16 è stato indetto infatti uno sciopero dei gestori degli impianti autostradali Faib, Fegica ed Anisa per protestare contro una situazione di degrado delle aree di servizio e di costi alle stelle, non solo per i carburanti ma anche per la ristorazione, che i responsabili delle associazioni di categoria denunciano ormai da tempo senza però nessun risultato. “Una denuncia è già stata formalmente presentata per competenza ai ministri del precedente e dell’attuale governo, Giovannini, Cingolani, Salvini e Pichetto Fratin, si legge in una nota, “senza tuttavia che sia stata fornita alcuna risposta, né accordato l’incontro urgentemente richiesto. Ogni cittadino di questo Paese ha conosciuto a proprie spese lo stato di assoluto degrado a cui sono state sottoposte le aree di servizio autostradali, sia in termini di prezzi dei carburanti e della ristorazione, del tutto abnormi e fuori mercato, sia in termini di standard qualitativi. E’ l’effetto di una politica ormai ventennale che ha permesso prima di tutto alle società concessionarie di utilizzare senza alcun controllo concreto dell’amministrazione – che pure ne avrebbe l’obbligo di legge – un bene in concessione come se fosse una ‘cosa privata’, da sfruttare unicamente a uso e consumo proprio e dei soggetti a cui è stato e viene tuttora consentito di lucrare. Tocca ancora una volta alle piccole società di gestione, ultimo anello di una filiera composta da soggetti con ben altra forza e solidità, con il solo mezzo a propria disposizione, vale a dire l’astensione dal lavoro, l’ingrato compito scoperchiare una pentola ormai marcia che sembra essere funzionale a tutti – governi, Autorità di garanzia competenti, concessionari, marchi della ristorazione, compagnie petrolifere e ora persino quelle elettriche, tranne che ai gestori e ai consumatori che, infatti, in meno di dieci anni, hanno tagliato dell’80 per cento i loro acquisti in autostrada”.

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