AAA cercasi candidato politico disposto a guidare impresa di autotrasporti

AAA cercasi candidato politico disposto a guidare impresa di autotrasporti”. A lanciare l’annuncio, virtuale ma neppure troppo, è il presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, Giuseppe Cristinelli, che in vista del voto di fine settembre e “di fronte a una campagna elettorale in cui sembra si voglia parlare di tutto tranne che delle vere soluzioni ai veri problemi del Paese” ha voluto lanciare una provocazione: “proporre a esponenti di diversi schieramenti in lizza per le elezioni del 25 settembre di rinunciare a candidarsi per guidare il Paese per mettersi invece al volante di un’impresa di autotrasporto. Dimostrando così di meritarsi davvero la fiducia degli elettori. Perché”, spiega Giuseppe Cristinelli, “se quei candidati dovessero riuscire oggi a mettersi alla guida di un’attività come la nostra e condurla al traguardo del bilancio in attivo, superando costi di gestione che sono già da tempo semplicemente insostenibili e che minacciano di aumentare esponenzialmente a breve, sono sicuro che sarebbero poi davvero in grado anche di guidare il Paese. Grazie anche ai voti di una categoria che ne ha moltissimi da “scaricare” nelle urne”. A cominciare probabilmente da quelli di Doriano Bendotti, segretario provinciale, e Fabrizio Rottoli, vicepresidente vicario di Fai Bergamo, riuniti al tavolo della sala riunioni dell’associazione per decidere le mosse da fare, a brevissimo, per fronteggiare una situazione “diventata, alla luce dei costi semplicemente catastrofici dei carburanti e degli additivi, drammatica per moltissimi imprenditori e addirittura disperata”, sottolinea Giuseppe Cristinelli, “per quelli che negli ultimi anni, raccogliendo le sollecitazioni a contribuire a una “svolta green” rivolte dall’Unione europea, dal Governo italiano, dalla stessa committenza che in moltissimi casi ha espressamente richiesto mezzi puliti, hanno sostituito i vecchi e più inquinanti mezzi con moderni camion alimentati a Lng, gas naturale liquefatto. Con quali risultati? Che oggi un chilo di Lng costa 2,6 euro contro gli 0.70 euro di solo poco tempo fa, e che il costo minaccia di aumentare ancora fino a superare quota 3 euro e , forse , addirittura 4. E con la concreta prospettiva di dover tenere quei camion fermi. Sono decine le segnalazioni giunte in queste settimane alla federazione da parte di associati che si sentono abbandonati e traditi dal Governo”, prosegue Giuseppe Cristinelli, che fra i tanti “Sos” ne ha scelto uno, arrivato attraverso una e mail nella quale un associato ha deciso di ripercorrere “la sua esperienza di imprenditore dell’autotrasporto che ha voluto raccogliere l’appello a sostenere la svolta green”. “Uno dei tanti imprenditori “convertiti” all’Lng”, come aggiunge intervenendo Doriano Bendotti, “considerato che Bergamo è fra le primissime province d’Italia nella classifica dei camion a Lng acquistati”. Cosa scrive l’imprenditore? “In questi giorni ho fatto una riflessione sulla scelta che ho deciso di fare quattro anni fa, e cioè di sostituire gradualmente i veicoli pesanti del mio parco macchine alimentati a gasolio con veicoli di ultima generazione alimentati con il gas naturale liquefatto. Una scelta dettata da più fattori: il fatto che il veicolo alimentato a Lng emettesse il 95 per cento in meno di Nox in atmosfera rispetto al più moderno diesel Euro 6 (e che, come padre di figli ancora piccoli, ha pesato non poco nella decisione); il fatto che all’epoca il gas costava 0,70 euro e, dunque, con la prospettiva di recuperare negli anni senza particolari problemi l’investimento per i camion a Lng, nettamente più costosi degli altri, e questo anche grazie al contributo statale che doveva essere di 21mila euro per ogni veicolo immatricolato entro una certa data; le sollecitazioni di diversi committenti a usare mezzi green soprattutto nelle città. Senza dimenticare i continui messaggi dall’Europa che chiedeva la svolta green. Cos’è successo da allora? Per quanto riguarda i contributi abbiamo dovuto attendere oltre due anni dall’immatricolazione dei mezzi per ottenere meno di 12mila euro per veicolo, invece dei 21mila promessi. E nel frattempo il prezzo del metano liquido è arrivato a superare quota 2,6 euro contro 1,4 euro del gasolio mettendo la mia azienda con le spalle al muro e la prospettiva della paralisi”. Tradotto: camion fermi, per impossibilità di sostenere i costi. “Ma anche camion che potrebbero fermarsi per dire basta a una situazione assurda”, conclude Giuseppe Cristinelli. “Molte industrie sono pronte a spegnere gli impianti di fronte a bollette energetiche alla stelle. Perché noi, di fronte a fatture per il “pieno”vergognose non dovremmo seguire la stessa strada?”.