“Da troppi anni alcune importanti piattaforme logistiche in piazze altrettanto importanti come, per esempio, quelle di Bologna, Piacenza e Milano, sono ostaggio di alcune sigle parasindacali che sono andate a occupare, in alcuni casi anche con la violenza, gli spazi un tempo presidiati dal sindacato tradizionale. Sigle sindacali che spesso sono cresciute sfruttando le condizioni di disagio di immigrati impiegati in queste attività, facile preda di cooperative, anche irregolari, che hanno agito senza rispettare i contratti. Una situazione esplosiva che può essere affrontata e risolta solo ripristinando rapporti sindacali corretti, traguardo che, a sua volta, può essere raggiunto solo se le istituzioni sapranno recitare il proprio fondamentale ruolo”. Ad affermarlo è Claudio Fraconti, presidente dell’Osservatorio dei trasporti e della logistica delle province di Milano, Lodi, Monza Brianza e Pavia, all’indomani di una nuova manifestazione di protesta avvenuta a Bologna che ha spinto i rappresentanti di Città metropolitana, Regione, Comune ad accusare pubblicamente i Cobas, con un durissimo comunicato, ” di far scappare le aziende. Come avvenuto per Dwsm subentrato a Xp Express Partner nella gestione dell’hub logistico all’Interporto, chiuso lasciando a piedi una ventina di lavoratori. “Stiamo parlando di sigle sindacali che più volte si sono rese protagoniste di improvvisi e a volte violenti blocchi ai cancelli delle piattaforme, episodi colpevolmente tollerati da chi non ha voluto comprendere che in questo contesto le imprese sane hanno dovuto combattere contro una concorrenza sleale che è diventata sempre più preponderante, facilitata da pratiche illegali di cui fortunatamente la magistratura ha cominciato a occuparsi”, prosegue Claudio Fraconti, che oltre a quello di Bologna denuncia un altro “caso” destinato a far risuonare altissimo l’allarme, avvenuto questa volta in Lombardia: “una vertenza in atto in alcune piattaforme gestite da una delle più strutturate aziende che operano nel mondo della Gdo, la Brivio & Viganò, che correttamente applica il Contratto collettivo nazionale di lavoro e che, forte proprio di questa consapevolezza non vuole quindi cedere ai ricatti, anche violenti che queste sigle. Una vicenda che fortunatamente sta avendo l’attenzione dei responsabili della Prefettura di Milano incontrati su questi temi lo scorso 9 luglio, in occasione del quale i responsabili dell’Osservatorio avevamo potuto apprezzare l’impegno del prefetto di Milano Renato Saccone e del suo staff”. Rappresentanti delle istituzioni che”, conclude Claudio Fraconti, “ora sono perfettamente consapevoli dei rischi che corre il comparto se le regole democratiche non vengono difese, così come lo sono del resto anche i rappresentanti dei sindacati confederali che stanno moltiplicando il proprio impegno sul territorio per combattere queste sacche di illegalità”. Una presa di coscienza di un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso del quale non sembrano invece accorgersi i rappresentanti del mondo del trasporto e della logistica: “quello che purtroppo registriamo è l’assenza di dibattito nelle associazioni di categoria, che preferiscono a questi temi, così strategici per il futuro, i salotti sulla sostenibilità, lasciando le aziende da sole a combattere una difficile e costosa battaglia per la legalità del settore”.