Un pieno di carburante fatto in una stazione piuttosto che in un’altra può fare la differenza. E non solo per il prezzo, ma anche per l’inquinamento dell’aria che respiriamo e, addirittura, sui danni che potrebbe avere il motore della nostra auto. Già, perché sono sempre più numerose le stazioni di rifornimento dove il carburante fornito (con prezzi scontati come “specchietto per le allodole”, per attirare nuovi clienti) è adulterato, proponendo per esempio, come spiega un “esperto del settore”, prodotti che hanno percentuali di zolfo particolarmente alte (facendo aumentare anche di 10 volte l’inquinamento) o benzina miscelata con altre sostanze, come per esempio l’etanolo (con il rischio di sporcare il “motore” e provocare a lungo andare danni anche importanti – e costosi – all’impianto di alimentazione della vettura). Un fenomeno, quello dell’adulterazione dei carburanti, confermato negli ultimi mesi da un lungo elenco di indagini, denunce sequestri scattati in seguito alla scoperta di centinaia di migliaia di litri di carburanti fuorilegge. Gasolio o benzina adulterati scoperti solitamente in autocisterne o depositi di carburante,ma anche, come avvenuto nell’ultimo “caso” scoperto, direttamente nelle cisterne di diversi impianti di distribuzione. Addirittura decine di impianti ai quali gli investigatori sono arrivati dopo un’analisi dei rischi svolta dall’Ufficio controlli accise, energie e alcoli dell’Agenzia delle dogane. Un’analisi dei documenti elettronici di accompagnamento utilizzati dai depositi di carburante (e-DAS), che riportavano quantitativi di benzina e di gasolio incongruenti con quelli ricevuti e che ha fatto scattare una serie di prelievi di carburante che, una volta analizzati in laboratorio, hanno confermato i sospetti: il prodotto esaminato non era conforme alle specifiche previste per il gasolio per autotrazione. I funzionari dell’amministrazione hanno così provveduto a sigillare le pompe e sequestrare migliaia di litri di gasolio mentre i responsabili degli impianti venivano denunciati per frode in commercio e violazione del divieto di commercializzazione di gasolio non conforme alle specifiche qualitative di legge. “L’attività costituisce la diretta applicazione delle norme antifrode recentemente introdotte nel settore ed è stata attuata sul territorio grazie alla programmazione di interventi mirati”, ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia delle dogane, Marcello Minenna, sottolineando che d”le attività ispettive e di verifica sono tutt’ora in corso e continueranno anche nelle prossime settimane”.