Prendete un Tir Euro 6, uno dei mezzi in assoluto meno inquinanti che esistano in circolazione, poi caricatelo di legna, una delle merci più ecosostenibili che possiate immaginare, e poi partite con destinazione l’Europa. Certi, penserete voi, di raggiungerla senza alcun problema. E invece no: al valico del Brennero verrete fermati e rispediti a casa. Il motivo? Perché quel camion di ultimissima generazione capace di tutelare davvero l’ambiente e quelle merci fornite direttamente da madre natura sono inquinanti. È questa l’assurda realtà con la quale è costretto a fare i conti (sempre più drammaticamente in rosso) il mondo dell’autotrasporto, per colpa dei divieti decisi dall’Austria che chiudendo il Brennero a mezzi e merci italiane, usando come “scusa” la lotta all’inquinamento, ha di fatto “isolato” l’Italia dal vecchio continente, colpendo, nel modo più subdolo e allo stesso tempo sleale che si possa immaginare, la nostra economia. Una situazione assurda e inaccettabile che i responsabili di Conftrasporto hanno voluto denunciare una volta di più in una lettera aperta scritta al presidente del Consiglio mario Draghi e pubblicata a tutta pagina sul quotidiano Il Giornale. Una lettera nella quale Confcommercio evidenzia, fin dal titolo, come senza trasporti e logistica l’Italia non potrà ripartire denunciando gli altissimi costi che il nostro Paese è costretto a pagare per colpa dei divieti di transito ai confini decisi dal Tirolo. “Lungo i valichi alpini transitano merci per un valore di 500 miliardi di euro all’anno, di cui 130 miliardi passano per il Brennero, e oltre 216 milioni di tonnellate complessive (2019)” si legge nelle primissime righe della lettera dove Conftrasporto affonda subito e senza mezzi termini il colpo, affermando che “la tutela ambientale, più che una verità un pretesto… contravvenendo al principio della concorrenza leale”, e che “i divieti settoriali austriaci sono una scusa per espandere ulteriormente il danno”. La prova più lampante? Il fatto che i divieti “colpiscono anche carichi di merce e mezzi ecosostenibili:così succede che un Tir Euro 6 carico di legname è considerato altamente inquinante”. Limitazioni che non creano un danno solo alle imprese di trasporto”, scrivono i rappresentanti dell’associazione al premier Mario Draghi: “gli effetti ricadono direttamente su tutta l’economia, a partire dal settore produttivo: per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico, la nostra economia paga già più di 370 milioni di euro su base annua. E ciò accade anche con le limitazioni al transito dovute all’obbligo di verifica dei tamponi introdotte in modo unilaterale da Germania e Austria”. La lettera infine denuncia come l’alternativa su rotaia non rappresenti una via d’uscita valida visto che “l’attuale rete ferroviaria ha forti limiti strutturali e i futuri potenziamenti, previsti fra 10 anni, non saranno comunque una soluzione sufficiente rispetto ai parametri dell’intermodalità”.