Centomila nuovi posti di lavoro: tanto vale il progetto per il ponte sullo Stretto di Messina

Nuovi cantieri per realizzare nuove infrastrutture: la “strada maestra” da seguire per “connettere” l’Italia e renderla competitiva sul mercato internazionale, facendo viaggiare nel minor tempo possibile miliardi di tonnellate di merci oltre milioni di turisti. Ma anche la via per creare occupazione. Un esempio? Il Ponte sullo Stretto di Messina per collegare la Sicilia al continente capace, da solo, di creare qualcosa come centomila lavoratori . Parola di Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, che in un’intervista pubblicata dal quotidiano Il Corriere della sera ha definito “impensabile fare arrivare l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria con i soldi del Recovery Fund e poi usare il traghetto per arrivare nell’isola”. Dichiarazioni rilasciate in un momento particolarmente importante per il destino del ponte sullo Stretto, con il dibattito che si è riacceso sull’opportunità di inserire nella “lista delle spese” da pagare proprio grazie al Fondo per la ripresa, del valore complessivo di 750 miliardi che l’Unione europea ha messo sul piatto per rilanciare le economie dei 27 Paesi membri travolte dalla crisi del Covid-19, quelle per il maxi cantiere che gran parte della politica siciliana sembra volere per consentire il rilancio economico non solo dell’isola ma di tutto il Meridione. Un progetto che in molti vorrebbero anche per un’altra ragione: la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto, la cui opera è stata già appaltata, costerebbe infatti all’Italia più di quanto si spenderebbero per la sua costruzione.