Da una parte il ministro all’Ambiente Sergio Costa che ha annunciato aumenti delle accise sui diesel, dall’altra i vertici di Conftrasporto che meditano un fermo nazionale della categoria per nulla intenzionati a subire “le conseguenze di scelte ingiustificabili assunte per fare cassa o per favorire altre produzioni a vantaggio dei “soliti noti”. È uno scontro che rischia di lasciare in ogni caso sul terreno dei feriti quello che potrebbe avvenire a breve fra Governo e autotrasportatori, categoria che per voce del vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggé accusa esplicitamente il Governo di “voler penalizzare il settore dell’autotrasporto”. O, meglio, il settore “che ha consentito durante la pandemia, e che consente ancora oggi, di far arrivare nei mercati europei le merci prodotte o trasformate nel nostro Paese. Non bastano i dati diffusi da osservatori scientifici che hanno valutato le emissioni di Co2 nel periodo del Lockdown in costante aumento nonostante il blocco della circolazione”, accusa Paolo Uggé, “l’Osservatorio di Mauna Loa, nelle Hawai, considerato tra i più importanti centri di studio sul clima a livello mondiale, certifica che, anche di fronte a una diminuzione del 27 per cento di emissioni di anidride carbonica in Italia (come riportato dalla rivista Nature), le emissioni di Co2 nell’aria sono incrementate. Ma nonostante i dati, evidenziati da Conftrasporto-Confcommercio, la voglia di penalizzare il settore dell’autotrasporto sembra tornare di moda. Il ministro dell’ambiente Sergio Costa”, tuona sempre il vicepresidente di Conftrasporto, “non trova di meglio che proporre un incremento dell’accisa: frutto di una volontà a prescindere, o il tentativo di raccogliere risorse per incrementare le entrate del Governo?”. Un aumento che suona ancora più beffardo di fronte ai dati, più volte esibiti dai responsabili della Federazione degli autotrasportatori italiani, che dimostrano come le imprese del settore versino molto di più rispetto all’inquinamento prodotto: “un camion Euro6 genera un costo esterno pari a 13,1 centesimi di euro, mentre paga di sola accisa netta 40,3 centesimi, pari a oltre un miliardo di euro all’anno”, spiega Paolo Uggé. “Le federazioni del settore hanno sottoscritto con il Governo un’intesa che considera proprio l’impatto che la voce gasolio, quindi l’accisa, riversa sulla competitività aziendale. Il ministro Costa comprende che l’autotrasporto è la modalità unica in grado di far competere le merci italiane nei mercati europei? Se non lo comprende chieda lumi alla titolare del dicastero dei Trasporti. Un conto è favorire con opportuni interventi l’utilizzo di automezzi meno inquinanti, altro è penalizzare un’intera categoria economica”. Il finale racchude allo stesso tempo una speranza e una minaccia: “Speriamo che la ragione prevalga , ma se così non sarà, e la furia iconoclasta dell’esasperato ambientalismo fondato su basi non scientifiche prevarrà, alla ripresa il fermo dell’autotrasporto sarà inevitabile. La categoria ha dimostrato nei momenti difficili di essere presente e disponibile. Oggi non può accettare mortificazioni che derivano da scelte inutile ed errate. Il governo valuti bene. Non siamo intenzionati a subire le conseguenze di scelte ingiustificabili assunte per fare cassa o per favorire altre produzioni a vantaggio dei ‘soliti noti”.