Le limitazioni ai Tir al Brennero fanno male all’economia ma anche all’ambiente. A ricordarlo, una volta di più, al governo austriaco (deciso a proseguire sulla strada dei divieti a qualunque costo, infischiandosene del diritto di far circolare liberamente in Europa persone e merci) sono i responsabili di Conftrasporto che da Villa d’Este a Cernobbio, teatro del 5° Forum internazionale di Conftrasporto organizzato da Confcommercio in collaborazione con Ambrosetti, hanno riacceso i riflettori su un “caso” che dura ormai da mesi, e che rischia di danneggiare in modo pesantissimo il “made in Italy”. Un danno economico (oltre il 70 per cento dei flussi import-export tra Italia ed Europa passa attraverso le Alpi, e ogni anno l’interscambio commerciale tra il nostro Paese e quelli del Corridoio Scandinavo-Mediterranea, di cui il Brennero è parte fondamentale, supera i 200 miliardi di euro, come si legge nel la relazione elaborata dai responsabili dell’Ufficio studi di Confcommercio, con l’84 percento dell’interscambio dell’Italia con l’Europa a 28 avviene su gomma econ le limitazioni volute dall’Austria che “costano” alla nostra economia oltre 370 milioni di euro all’anno per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico) ma anche ambientale visto che “in barba ai principi che l’hanno ispirata, l’Austria non considera che un Tir con merce deperibile fermo inquina molto più di uno in movimento”. Una situazione senza sbocchi, se non quello della cancellazione dei divieti, considerato che, scrivono sempre gli esperti di Confcommercio – Conftrasporto, “alternative alla strada per ora non ce ne sono e la risposta ferroviaria sarà attiva solo fra 10 anni”. Uno scenario in cui “ in assenza di investimenti, trasportare anche una piccola quantità delle merci dalla gomma al ferro intaserebbe tutto il sistema.Se il quadro rimanesse invariato, dovremmo abbandonare non solo l’ambizione di diventare un Paese logistico, ma anche quella di poter partecipare ai traffici internazionali, che potrebbero essere costretti a deviare i propri percorsi lungo assi più agevoli e convenienti. Una prospettiva di isolamento legata al blocco di progetti infrastrutturali a lungo attesi (Terzo valico, Gronda di Genova, Torino-Lione, Pedemontana lombarda, collegamento ferroviario alta velocità Brescia-Padova) che Conftrasporto-Confcommercio intende scongiurare con tutte le energie”.