Il piano del Governo annunciato dal premier Giuseppe Conte per combattere l’evasione fiscale, definita dallo stesso presidente del Consiglio definita “la maggiore iniquità in un sistema collettivo” passerà anche dagli incentivi per l’uso dei pagamenti elettronici? Probabile che la decisione possa portare dei risultati che di certo assicurerebbe un’altra “manovra”: avviare controlli a raffica sul quelle aziende nate “sulle ceneri” di precedenti attività fallite e, molto spesso, riconducibili alla stessa compagine societaria che aveva guidato l’impresa verso un vero e proprio baratro economico. Come nel caso di un’impresa di autotrasporti veneta, costituita a seguito del precedente fallimento di un’impresa dello stesso campo e riconducibile, anche se indirettamente , secondo gli agenti della Guardia di Finanza che hanno condotto le indagini, “alla stessa compagine societaria che aveva comunque, continuato a mantenere la titolarità degli asset aziendali necessari per la prosecuzione della propria attività”. Una “nuova” società che secondo gli uomini delle Fiamme gialle non avrebbe dichiarato ricavi per oltre 8 milioni di euro omettendo di versare l’iva per 730mila euro. Accuse pesanti, che hanno spinto la Procura della Repubblica di Vicenza a disporre il sequestro di tre autocarri, due semirimorchi, oltre che di un il Suv Audi Q3 di proprietà dell’amministratore che è stato denunciato.