Il mondo dei trasporti non ci vede chiaro sulla manovra finanziaria e chiede un incontro urgente al Governo per evitare di innescare tensioni che potrebbero indurre a iniziative di protesta. “Si conosce quasi tutto delle intenzioni del Governo, tranne come intenda procedere sulla questione dei tagli alle fonti inquinanti”, afferma il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè. “Stiamo parlando di 1700 miliardi di euro circa, ovvero l’ammontare delle le voci relative all’accisa per la navigazione marittima e il trasporto merci e passeggeri, e non di bruscolini. La richiesta di un incontro urgente avanzata dall’Unatras la scorsa settimana è rimasta senza risposta, ma le imprese di autotrasporto non possono restare nell’incertezza.Il presidente del Consiglio, parlando alla manifestazione dei coltivatori diretti, ha fornito ampie assicurazioni, il che è positivo, ma le aziende del trasporto merci non possono essere da meno” aggiunge Paolo Uggè ricordando come “le misure in vigore rispettano la direttiva europea sull’accisa e sono già impostate per favorire adeguamenti ai costi medi europei, ma prevedono anche di favorire il ricambio dei mezzi più inquinanti. I tagli lineari vanno invece in senso contrario, e non saranno accettati in alcun modo. Bisogna intervenire in modo selettivo sui mezzi più vecchi per favorire la riconversione del parco circolante”. Un invito a riflettere a fondo su quali sono le “vere” strade per far diminuire l’inquinamento e far contemporaneamente aumentare, attraverso mezzi muovi dotati di tecnologie avanzate, la sicurezza stradale, ma anche a riflettere su altre possibili conseguenze negative. Come la riduzione degli introiti fiscali per lo Stato, “conseguenza diretta di una misura generica come quella annunciata”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto. “ La mancanza di chiarezza rischia infatti di spingere le imprese a rifornirsi di carburante all’estero, con conseguente perdita dell’intero introito fiscale. Un aspetto che non può essere trascurato, se non si vuole, come già avvenuto con altre misure in passato, mancare l’obiettivo e mandare in fumo la politica stessa decisa dal governo. Le imprese di trasporto sono disponibili a concorrere a una soluzione che favorisca la penalizzazione delle fonti inquinanti, a condizione però che le riduzioni siano finalizzate a salvaguardare l’ambiente e a determinare reali risparmi per lo Stato”.