La prima donna nella storia d’Italia a guidare il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti merita un augurio particolare. Come quello che Paola De Micheli, chiamata a sostituire Danilo Toninelli, ha ricevuto dal vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio Paolo Uggè che ha voluto unire alle felicitazioni, espresse a nome delle numerose imprese aderenti, l’augurio che la neo ministra “riesca a far comprendere il significato e il peso del settore nell’economia e nella crescita del nostro Paese, e l’importanza delle connessioni che si realizzano (anche) con le grandi opere”. Continua a leggere
Archivi giornalieri: 4 Settembre 2019
Una donna al volante del ministero dei Trasporti: è Paola De Micheli, vicesegretaria del Pd
Quarantacinque anni, di Piacenza, laureata in Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano, imprenditrice nel settore agro alimentare, vicesegretaria del Pd, responsabile della campagna per le primarie di Nicola Zingaretti: Paola De Micheli, è la nuova ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti chiamata a sostituire l’esponente “grillino” Danilo Toninelli. Un’esponente del Pd considerata per anni vicinissima a Pierluigi Bersani ed Enrico Letta che aveva però accettato di fare parte del governo Renzi come sottosegretaria all’Economia. Continua a leggere
Toto ministri, alla guida di Infrastrutture e Trasporti non tornerà Graziano Delrio
Chi sperava che alla guida del ministero per le Infrastrutture e i trasporti nel nuovo Governo Movimento 5 Stelle Pd potesse salire Graziano Delrio, un ex e dunque uno “già a conoscenza della materia” e non un “nuovo ministro”, a digiuno di problemi e soluzioni, col rischio di perdere ulteriori mesi in attesa che possa documentarsi e formarsi, rimarrà deluso. Graziano Delrio si è infatti “chiamato fuori” confermando all’agenzia Ansa di “non essere mai stato mai stato nella squadra di governo”. Continua a leggere
I politici? Continuano a far viaggiare il Paese in un mare di favole, ma tutte senza un lieto fine
Karl Marx sosteneva che la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. In questi ultimi giorni ne abbiamo avuta un’evidente riprova con realtà e fantasia, o se si preferisce favole, che, come talvolta accade, sono andate di pari passo. E proprio due favole di Fedro, quella della volpe e l’uva e quella della rana che voleva divenire grossa come un bue, appaiono come la rappresentazione più vicina alla situazione che stiamo vivendo. La volpe dopo aver provato in tutti i modi a prendere dei grappoli d’uva da un’alta vigna rinunciò, ma non volendo ammettere il proprio fallimento sostenne che l’uva era troppo acerba e quindi non valeva la pena raccoglierla. La rana, invece, avendo visto un bue in un prato, presa dall’invidia prese a gonfiare la sua pelle rugosa con il triste risultato di scoppiare. Continua a leggere