Un messaggio d’addio lanciato nell’immediata vigilia del voto in aula sulla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per dire no alla Tav? Sono in molti ad aver interpretato in tal senso le dichiarazioni fatte dal ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli che in un’intervista al Corriere della sera, dopo aver ribadito, la sua posizione contrarissima all’alta velocità Torino Lione ha aggiunto: “Quel che farò dopo importa poco. Pensarci mi distoglierebbe dal lavoro”. Una dichiarazione destinata a non passare inosservata come del resto il vero e proprio “siluro sparato” dall’ex impiegato in una compagnia assicurativa diventato ministro sull’onda del successo elettorale dei “grillini” ( i cui consensi sono però miseramente colati a picco dopo un anno di governo) con “bersaglio” il vicepremier e ministro degli Interni definito “un nano sulle spalle dei giganti che lavorano”. E, come se questo non fosse più che sufficiente a riaccendere il fuoco delle polemiche (che sembra diventata la principale, a in alcuni momenti, unica attività delle forse politiche al governo) Danilo Toninelli, commentando le dichiarazioni di Matteo Salvini secondo il quale il no alla Tav significherebbe una sfiducia al premier Giseppe Conte, ha affermato: “minacciare chi vuole”.