“Il settore marittimo occupa 880mila addetti diretto generando un valore aggiunto di 45 miliardi di euro e ha un indotto che raggiunge i 130 miliardi di euro ben maggiore, solo per fare un esempio, a quello, di 93 miliardi, dell’indotto dell’industria automotive, che pure è considerata una delle principali manifatture nazionali. Un settore che, contribuendo per il 3 per cento al Pil nazionale, ha quindi un peso determinante, che spesso però non viene percepito, in parte per nostra stessa responsabilità”. A mettere sul piatto della bilancia il reale peso, “tutt’altro che marginale” dello shipping e dell’economia marittima, in Italia, è Stefano Messina, presidente di AssArmatori, che aprendo i lavori del primo annual meeting dell’associazione ha voluto evidenziare il “ruolo fondamentale dei servizi di trasporto marittimo per l’import delle materie prime e per l’export dei prodotti della nostra manifattura, con il 90 per cento dei carichi che arrivano o partono dal nostro Paese via mare” sottolineando come “ la bandiera tricolore possegga la seconda flotta al mondo di navi ro-ro, che diventa la prima se consideriamo non il numero di unità ma il tonnellaggio”. Uno scenario in cui le aziende aderenti ad AssArmatori, organizzazione nata a inizio 2018, “gestiscono in totale 450 navi, occupando 60mila addetti di cui 35marittimi nella metà dei casi di nazionalità italiana”.