È definitivamente giunto al capolinea il rapporto fra il Governo italiano e la società Autostrade per l’Italia alla quale Il Movimento 5 Stelle ha deciso di revocare la concessione per l’intera rete gestita. Una frattura definitiva, uno scontro frontale dal quale uno solo dei contendenti è destinato a uscire in piedi, comunicato direttamente dal ministro Danilo Toninelli secondo il quale “essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico”, il risultato non può essere che “una evidente revoca della concessioni perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato sul Ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3mila chilometri”. Una rottura che ha colto di sorpresa i vertici di Autostrade per l’Italia che hanno dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso e di aver appreso solo da notizie di stampa dell’esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit” contestando peraltro il metodo di diffusione alla stampa “in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione”. Relazione che contiene passaggi decisamente “pesanti”, in particolare la dove si afferma che il crollo di Genova lascerebbe presupporre gravi lacune del sistema di manutenzione che si possono ritenere sussistenti su tutta la rete autostradale, con molti ponti che hanno lo stesso livello di rischio di quello di Genova, e che pertanto giustificherebbero pienamente il fatto che lo Stato abbia perso fiducia nell’operato di Autostrade per l’Italia che dopo il crollo ha avviato importanti interventi di manutenzione straordinaria. Un altro passaggio nella relazione del ministero dille Infrastrutture e dei Trasportici evidenzia invece come, sempre in merito al cavalcavia crollato, “la mancata restituzione di un bene la cui custodia aveva affidato ad Autostrade per l’Italia, che era tenuta a restituirlo integro configuri un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione”. Affermazioni che fanno intravedere uno scontro durissimo a colpi di richieste di risarcimenti su entrambi i fronti? Quelli per risoluzione anticipata del contratto che potrebbe chiedere Aspi secondo la commissione incaricata dal governo di esaminare il caso potrebbero vedere alcune clausole risultare nulle. Lo “guerra”, con schierati in campo eserciti di avvocati appare solo all’inizio.