Autostrade per l’Italia, di fatto esclusa dal Governo dalla possibilità di poter partecipare alla realizzazione del nuovo viadotto destinato a sostituire il ponte Morandi,è pronta a passare al contrattacco. Un’”offensiva” che trapela in modo chiaro da una lettera, firmata dal direttore generale di Aspi, Roberto Tomasi, e inviata al commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci oltre che ai responsabili del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti responsabili del controllo della concessione in merito alla realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera. Nella lettera i vertici di Autostrade per l’Italia affermano infatti di ritenere la ricostruzione della A10 “un obbligo e un diritto”, riservandosi “di adottare ogni azione a tutela”, in caso questi “obblighi e diritti fossero preclusi”. A dare la notizia è stato il quotidiano il Secolo XIX, evidenziando un altro passaggio della lettera il cui significato appare fin troppo chiaro: “quanto prospettato, oltreché doveroso ai sensi della convenzione e rispondente agli obblighi dello scrivente, (fino a revoca del governo, Aspi resta tenuta al ripristino della rete autostradale danneggiata dal crollo, precisa una nota di redazione), sia pienamente legittimo ai sensi del dl 109 del 2018”, ovvero il decreto Genova. Un segnale di “ostilità'” da parte di chi si è visto tagliar fuori dalla possibilità di aprire il nuovo cantiere e questo, come si legge sempre nella lettera, “”con le cause del crollo che sono ben lungi dall’essere accertate”.Autostrade per l’Italia ha ribadito infine la possibilità di ricostruire il ponte in 9 mesi al costo di 224 milioni, la disponibilità a ad operare con altre imprese e la possibilità di ritoccare il progetto in funzione delle preferenze del commissario.