Fabrizio Palenzona, dal febbraio scorso presidente di Conftrasporto, la Confederazione dei trasporti e della logistica che fa capo a Confcommercio, potrebbe sedersi alla guida della “casa madre”? L’ipotesi, avanzata dal un articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa alla vigilia del consiglio direttivo dell’associazione (appuntamento in programma il 14 novembre che si preannuncia caldo dopo le vicende che hanno visto il presidente Carlo Sangalli protagonista di una vicenda di presunte molestie sessuali, ricatti e generose donazioni pagate forse per mettere tutto a tacere) è stata seccamente smentita dal diretto interessato, apparso particolarmente seccato dal fatto di non essere neppure stato interpellato sulla vicenda come le regole di una buona e corretta informazione invece vorrebbero. “Non sono candidato alla presidenza di Confcommercio e mi stupisco per la pubblicazione di queste voci, soprattutto in assenza di qualsiasi verifica con il sottoscritto”, ha spiegato Fabrizio Palenzona interpellato dall’agenzia Ansa proprio in merito all’articolo de La Stampa pubblicato anche dal Secolo XIX. “Smentisco categoricamente sia di far parte di cordate sia di essere o voler essere candidato alla presidenza di Confcommercio e mi spiace che il mio nome appaia nell’ambito dei resoconti di questi ultimi giorni, che rappresentano una situazione al vertice dell’associazione a dire poco vergognosa e, sicuramente, molto negativa dal punto di vista delle centinaia di migliaia di imprese associate”. Una situazione, quella a cui fa riferimento il presidente di Conftrasporto, esplosa dopo le accuse di molestie mosse contro Carlo Sangalli dalla ex segretaria Giovanna Venturini e che potrebbe finire col modificare la “mappa del potere” della più grande associazione di rappresentanza del mondo delle imprese, con oltre 700 mila associati, che dovrebbe vedere al “volante” fino al 2020 Carlo Sangalli prima di un cambio alla guida che o stesso ottantunenne presidente aveva preannunciato indicando perfino il possibile successore: Renato Borghi,vicepresidente nazionale approdato in Confcommercio dalla Federazione Moda Italia. Uno dei tre vicepresidenti firmatari di una lettera inviata a Carlo Sangalli per chiedere spiegazioni su quelle accuse, su quei 200mila euro pagati per una “donazione” all’ex segretaria sui quali ormai troppe voci avevano cominciato a circolare nei corridoi romani e milanesi. .