Correre in auto può apparire un peccato veniale ma rischia di trasformarsi un un peccato mortale. Non tanto perché può condannare l’anima di un pirata della strada all’inferno dopo la morte, ma perché al cimitero può spedirci, morto stecchito, qualche povero innocente capitato per caso sulla traiettoria di una vettura lanciata a tutta velocità. Un peccato da non compiere e, se compiuto, almeno da confessare. Così , almeno, la pensa don Andrea Vena, parroco di Bibione (in provincia di Venezia) che ha invitato alla confessione tutti i fedeli che superano i limiti di velocità al volante, spiegando che “la vita è un dono di Dio e metterla in pericolo con comportamenti scellerati è un peccato per il quale si deve chiedere perdono”. Un invito a riflettere, ma forse avrà più successo un’altra iniziativa scattata contemporaneamente: quella presa dalla polizia locale che ha installato due nuovi autovelox fissi sulla strada regionale 74 e che in nessun caso daranno l’assoluzione a chiunque avrà superato il limite del 90 km l’ora.